Nel post di qualche giorno fa Giampiero Vargiu evidenziava la necessità che la città di Oristano si appropriasse del ruolo di Città Guida di un intero territorio e, facendo riferimento a esperienze ed elaborazioni passate, tutti i soggetti interessati e capaci ripartissero nell’elaborazione di un progetto di sviluppo, un laboratorio di idee sulla base di sei idee guida (Oristano città guida, Governance e partecipazione, sviluppo, territorio, cultura, coesione sociale).
Le idee di Giampiero Vargiu sono anche le mie, ma mi permetto di mostrarmi più pessimista, sperando di sbagliarmi.
In primo luogo perché non è chiaro chi siano i decisori nel territorio di Oristano, o quali siano i decisori sul destino del futuro di Oristano.
Appare evidente che il Sindaco e la sua Giunta, tutti presi da grandi interventi di riequilibrio della propria maggioranza, riescano a mala pena a realizzare progetti già avviati da altri e non siano in grado, né hanno la possibilità, di guardare al di là del proprio naso. Per quanto riguarda, invece, i rappresentanti politici sovra-comunali, sappiamo che la Provincia avrebbe dovuto cambiare guida con la vittoria alle Regionali di Solinas, dunque l’Amministratore Straordinario, invero molto debole anche negli anni precedenti, non è un attore che possa essere un riferimento in un progetto di sviluppo a lungo termine.
Infine un cenno ai rappresentanti presso il Consiglio e la Giunta Regionale. La provincia di Oristano vanta sette Consiglieri, due di minoranza e cinque di maggioranza, la gran parte dei quali non vedono la città di Oristano come proprio bacino di voti preferenziale, e onestamente si vede un certo disinteresse da parte loro. Oristano città può tuttavia vantare due rappresentanti nella Giunta Solinas, sulle quali evito di esprimere giudizi relativi all’operato, considerato che personalmente ritengo che sia il Presidente il vero responsabile dell’immobilismo dell’esecutivo.
In questo contesto mesto e preoccupante, l’Associazione Oristano e Oltre ha vissuto un periodo di scoramento, dopo lunghi mesi in cui si è cercato di produrre conoscenza collettiva, ma soprattutto di stimolare il dibattito, con risultati oggettivamente poco confortanti. Probabilmente l’associazione ha commesso degli errori, ma sicuramente non ha trovato interlocutori cui rivolgersi, anche fossero soggetti in disaccordo con l’impostazione data dalla nostra.
Ora, in questa fase in cui cerchiamo di rilanciare l’azione dell’associazione, mi pongo e vi pongo i seguenti quesiti:
- Chi decide del destino di Oristano? Ho paura che la risposta sia che nessuno si stia occupando della città né del suo territorio, o se esiste qualcuno che se ne sta occupado lo stia facendo nel perseguimento di interessi altri (magari più vicini a Cagliari), erodendo il capitale sociale, culturale ed economico del nostro territorio;
- Come si incide sulle politiche che toccano il territorio: un grande problema del territorio è la totale assenza di entità organizzate: i partiti sono spariti, i Sindacati non sembrano autorevoli, il mondo dell’associazionismo è atomizzato e composto da poche persone attive; il risultato è che pubblicamente nessuno fa sentire la propria voce e gli attori che parlano con i decisori lo fanno privatamente e lo fanno inevitabilmente per perseguire finalità private;
- Come si inverte la rotta? Credo che l’unico modo sia trovando un modo per fare rumore, se necessario anche attraverso interventi scomposti. Per fare rumore non basta un post di Riccardo Scintu o di chiunque altro, è necessario che si trovi un modo moderno per dare organizzazione alle entità che cercando di interfacciarsi con i decisori. Con questo giro di parole intendo dire che è necessario che chi ha qualcosa da dire non abbia paura di farlo e che lo faccia nel social ma anche negli appuntamenti pubblici, che sono spesso disertati dai più.
In questo post, in sostanza, lancio un appello: aiutateci attraverso la vostra partecipazione. Il sito dell’associazione Oristano e Oltre è uno spazio in cui ognuno può esprimere le proprie idee, l’unica condizione è la pacatezza e la disponibilità a raccogliere critiche, che siano tuttavia civili.
Riccardo Scintu