di Giampiero Vargiu
Dopo la pandemia da coronavirus, il terrorismo e gli effetti disastrosi dovuti ai cambiamenti climatici, la vicenda più densa di conseguenze per il nostro futuro è il risultato delle elezioni del presidente degli Stati Uniti d’America.
Come ho già scritto, nei suoi quattro anni di presidenza, tra le tante scelte divisive, anche a livello mondiale, Trump ha rimesso in questione, o tentato di farlo in tutti i modi, l’adesione degli USA agli accordi sui cambiamenti climatici, la partecipazione alla NATO, gli accordi sul nucleare con l’Iran nei quali aveva avuto un ruolo importante l’Unione Europea.
Inoltre, ha scatenato una guerra commerciale con il mondo intero e, in particolare, con la Cina. Ha Disconosciuto la pericolosità della pandemia da coronavirus contro il parere dei suoi stessi consulenti scientifici e ha messo metà degli americani contro l’altra metà. Queste forme di radicalizzazione e di razzismo è riuscito a portarle in tutto il mondo, Italia compresa.
Kamala Harris eletta vicepresidente degli USA
Le priorità dei vincitori delle elezioni negli USA Joe Biden e Kamala Harris sono pandemia, recessione, clima e razzismo.
Il futuro è denso di incertezza, ma mi piace mettere in evidenza ciò che più mi ha colpito di questi giorni successivi alle elezioni americane.
È il sorriso raggiante di Kamala Harris, che è davvero il sasso in grado di frantumare il “soffitto di cristallo”, la metafora usata per indicare il superamento degli ostacoli invisibili all’avanzamento delle donne.
Kamala è la prima vicepresidente donna, la prima afroamericana, la prima indoamericana, è figlia di due immigrati incontratisi a Berkeley durante le proteste degli anni 60.
Nel suo primo discorso Kamala dice “Joe Biden ha avuto l’audacia di scegliere una donna come suo vice. Non sarò l’ultima. Ogni ragazzina che ci sta guardando in tv impara che questo è il paese delle possibilità. Con questo voto abbiamo inviato un messaggio soprattutto ai bambini: sognate con ambizione andate avanti con convinzione e guardate al di là di come vi guardano gli altri, magari, semplicemente perchè finora non hanno mai visto niente del genere. Noi siamo qui per voi.”
Di cristalli ne ha già rotti tanti. Prima donna procuratore distrettuale di San Francisco, prima procuratrice generale della California, seconda senatrice nera al Congresso di Washington.
Il trumpismo non è morto
Come scrive Claudia Fusani su Tiscali News “E adesso, che faranno i trumpini italiani senza Trump? Senza la casa madre a stelle e strisce? Come suonerà “prima gli italiani” senza lo sfondo di “make America Great again” (Facciamo di nuovo l’America grande)? Donald Trump ha perso. Ma il trumpismo, con 71 milioni di voti contro i 75 di Biden, è vivo e capiremo presto se sopravviverà a chi gli ha dato corpo e identità.”
Trump ha dato linfa vitale al populismo, all’individualismo, alla semplificazione, all’idea dell’uomo forte e al rifiuto della politica come arte della mediazione e dell’ascolto.
I 160 milioni di americani alle urne hanno dimostrato che il populismo può essere sconfitto. Il verdetto delle urne ha detto basta alla politica intesa come approccio conflittuale e chiede di tornare ad una politica di mediazione che sa mettere insieme istanze diverse.
La partecipazione salverà la democrazia
L’articolo 1 della nostra Costituzione recita “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Ma i quattro anni che abbiamo alle spalle hanno rimesso in discussione, non solo in Italia ma in molte parti del mondo, l’essenza stessa della democrazia: la sua capacità di mettere insieme istanze diverse. Il futuro è molto incerto e sta generando molta ansia e, in molti casi, rabbia.
Nel suo discorso la Harris, mettendo subito in chiaro le sue radici culturali e politiche e citando John Lewis, una delle icone più amate dei diritti civili, ha detto “la democrazia americana non è uno stato, è un atto.”
Ecco, la democrazia non è scontata. È fragile e in ogni momento bisogna lottare per essa, bisogna agire, non essere mai passivi. La partecipazione è indispensabile per salvaguardare la democrazia.
Un bel messaggio anche per noi italiani ed europei.