Credo che possa capitare a ciascuno di noi di riscoprire una canzone ascoltata in passato e rimanerne folgorati tanto tempo dopo. Questo succede perché solo in quel preciso istante si ha l’attenzione per immergersi nella sua magia.
“La sera dei miracoli” è una delle canzoni più belle di Lucio Dalla. Forse una delle canzoni italiane più belle di uno degli album più belli. La voce di Dalla era una vera e propria orchestra.
Era un grande osservatore e un grande conoscitore delle emozioni che animano la mente dell’uomo.
“Mi meraviglio sempre più del rapporto che c’è tra me e Roma, una città unica al mondo, un palcoscenico straordinario che unisce tutte le classi sociali, in cui non c’è contrasto, c’è voglia di stare insieme. Tempo fa scrissi ‘La sera dei miracoli’ – raccontò in una intervista – che è una celebrazione di Roma in festa. Era la Roma di Nicolini e delle Estati romane. Dopo sono venute le Notti Bianche. Ma comunque c’è un legame con Roma che va al di là delle canzoni”.
C’è quest’aria mite che Dalla racconta usando verbi di movimento. La città si muove, galleggia, se ne va, camminerà, vola (“Si muove la città, con le piazze e i giardini e la gente nei bar, galleggia e se ne va, anche senza corrente camminerà. Ma questa sera vola, le sue vele sulle case sono mille lenzuola”).
Le stelle e il mare. Il cielo. La luna. La meraviglia continua e lo stupore per la vita.
La canzone accompagna anche la parte finale dello splendido film di Sergio Castellito “Nessuno si salva da solo” con Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio.
Forse è questo tempo triste, che ha bisogno di speranza e, quando siamo costretti a non poterci nutrire anche dell’arte, ci fa apprezzare una così splendida canzone.