di Michela Ladu
Ah, se Voçè
Ah …se tu nel luogo dove vivi così lontano
Nella camera di un grattacelo su Marte
Potessi sentire quello che ho dentro di me
Anche il Sabià, maestro dell’aria e della foresta
Con il suo fischio irregolare ma così dolce
Non è felice di stare qui […].
Ah…se Voçè no seu lugar tao longe
No quarto d’um arranha-ceu em Marte
Poudesse ouvir dentro de mim
Mesmo Sabià dono do ar do mato
Com seu apito irregular tao doce
Nao è feliz ficando aqui […]
“Un tramonto del territorio per pensare, riflettere sulla giornata che sta passando e su quella che sta per iniziare”. Così commenta Bruno Atzori autore della copertina del cd e curatore degli aspetti grafici.
Da dove nasce l’album Orizzonti Musicali? (Gianni Pernarella)
E’ un progetto che prosegue quello nato nel 2000 su un’idea comune tra me e Patrick Abbate di creare un gruppo “strumentale” (quindi non legato al genere del cantante) che potesse spaziare nel tempo e nei generi. Il gruppo “173 Ensemble” nasce così con la convinta partecipazione originaria di Patrick Abbate, Giovanni Pernarella, Andrea Careddu, Tancredi Emmi, Andrea Zonchello e Simone Manca, modificatosi poi nel tempo con uscite, connesse alle vicende di vita, ed ingressi quali Simone Scano, Cesare Atzori e Marcello Bruno.
Il gruppo si è via via indirizzato, tra i generi di elezione, verso la bossa nova, ma non esclusivamente. E’ rimasta valida la scelta di brani adatti ad una esecuzione strumentale a prescindere dalla sua età e dal genere che sono sempre presenti nei CD prodotti (Ritorno al futuro; Bogus; Nosso Brasil; Parallelo Latino e quest’ultimo Orizzonti musicali).
L’album è nato per essere dedicato alla memoria di Cesare Atzori, che è stato il percussionista del gruppo – i cui membri storici sono rimasti in continuità nel tempo oltre a me, Andrea Zonchello e Tancredi Emmi – negli ultimi due CD ( Nosso Brasil e Parallelo Latino ).
Perché hai deciso di seguire il progetto della musica strumentale? (Andrea Zonchello; Tancredi Emmi)
Racconta Andrea Zonchello,”Seguo Gianni in questo progetto da tantissimo tempo, all’inizio più per una curiosità verso un genere (la Bossa Nova) che conoscevo davvero poco, ma al contempo mi affascinava; poi tutto si è evoluto in modo rapido e naturale grazie anche all’affiatamento creatosi in pochissimo tempo e all’interesse verso un genere musicale così interessante.
L’assenza di un cantante ‘di ruolo’ non è mai pesato, sia per il fatto che far suonare la linea melodica da uno strumento è una cosa che è sempre esistita in altri generi (soprattutto nel jazz) poi perchè nel processo di iniziale affiatamento della band ci siamo resi conto che il risultato era molto buono anche senza una voce”.
Dice Tancredi Emmi. “Ho deciso di prendere parte al progetto nel 2003 circa”, quando Patrick Abbate, che già aveva fatto un disco in duo con Gianni, coinvolse me e altri 3 amici (Andrea Zonchello, Andrea Careddu e Simone Manca) nella realizzazione del disco ‘ritorno al futuro’. Da quel momento ho preso parte a tutte le successive produzioni discografiche”.
Quali sono le novità di quest’album? (Tancredi Emmi e Gianni Pernarella)
“Le novità di questo album sono la presenza di 2 brani cantati da Cristina Mastinu e le varie collaborazioni strumentali” – spiega Emmi –. “Infatti, come si può leggere nei crediti del disco, oltre a Gianni, Andrea e me, hanno suonato Piero Manca (basso), Ludovico Sarai (batteria) e Marcello Pala (batteria)”.
Sottolinea Gianni Pernarella -” La novità più rilevante di questo album “è la presenza di due brani cantati, a mio avviso magistralmente per intenzione e sentimento, da Cristina Mastinu. Eccezionalmente perché, come ho chiarito in precedenza, i ‘173 Ensemble’ sono nati gruppo strumentale e, quindi, la presenza del canto è una eccezione, ma che ha una precisa ragione. Quando stavo elaborando la musica del brano “Ah! se Vocè” quello che stava uscendo era la musica di un brano che per senso e musica ‘pretendeva parole’. L’ho fatta sentire al mio caro amico Marcello Bruno (che per beffa del destino è deceduto dopo che gli avevo inviato il CD e che quindi non ha potuto sentirlo), bravissimo nello scrivere testi, al quale è piaciuto molto e mi ha scritto le parole in brasiliano e in italiano, interpretando con le parole il senso della musica che avevo scritto.
Dopo che l’ha sentita, Cristina Mastinu è stata ben contenta di partecipare, essendo amante della musica brasiliana e della bossa nova e mi ha chiesto se poteva cantare anche Dindi, brano di Jobim che non conosceva e di cui era entusiasta. Così è nata l’eccezione.
Cos’è la bossa nova? (Gianni Pernarella)
“In estrema… ma veramente estrema sintesi si può dire che la Bossa Nova – spiega Pernarella – è un’evoluzione del Samba, che ha avuto come creatori e riferimenti fondamentali Antonio Carlos Jobim, Joao Gilberto, Vinicio de Moraes, Chico Buarque, tanto per citarne alcuni. La sua patria è il Brasile, del quale continua ad esprimere, come il Samba, la ‘Saudade’, che per me (ma è la mia traduzione) esprime una gioia malinconica nel raccontare i sentimenti e le emozioni”.
Qual è il significato di “Orizzonti Musicali”? (Gianni Pernarella)
“Orizzonti musicali – chiarisce Gianni Pernarella – ha come significato quello di ribadire la “varietà” e quindi orizzonti diversi nella scelta dei generi: infatti anche se è prevalente il genere bossa nova non mancano brani appartenenti ad altri generi (Smile di C. Chaplin; Si tu vois ma mere di S. Bechet; La mer di C. Trenet che hanno un bel po’ di anni sulle spalle e che noi abbiamo reinterpretato)”.
Rispetto alla linea “strumentale”, Orizzonti Musicali apporta un’inaspettata novità…
ci sono due pezzi cantati…Come si canta la bossa nova? (Cristina Mastinu)
Spiega la cantante Cristina Mastinu – “Non vorrei sembrare banale ma la Bossa Nova si canta prima di tutto con il cuore, e poi con tutto il corpo; si canta di sicuro con saudade, quel misto di nostalgia e malinconia che caratterizza questo genere.
Io posso dire senza modestia di avere una buona pronuncia, che è fondamentale in questo genere, grazie ai miei viaggi in Brasile e all’ascolto di moltissima musica brasiliana, oltre che forse anche ad una dote innata visto che spesso quando mi sentono i brasiliani dicono che “paresso brasileira” : sembro proprio brasiliana”.
Quali brani ha interpretato nell’ultimo album?
Chiarisce Cristina Mastinu – “Ho avuto il piacere e l’onore di interpretare un brano originale di Giovanni Pernarella e Marcello Bruno. Abbiamo lavorato molto per avere un risultato che rendesse merito a questo bellissimo brano.
L’altro brano che ho interpretato è uno standard della Bossa Nova, il mio genere musicale del cuore e che sento maggiormente nelle mie corde: Dindi di Antonio Carlos Jobim.
Per me Orizzonti musicali è l’unione delle nostre prospettive dal punto di vista musicale, con lo sguardo fisso al Brasile e alla sua musica unica e straordinaria”.
Per quale ragione ha deciso di aderire al progetto?
Spiega la Mastinu – “Come dicevo la musica brasiliana è sempre stata una grande passione per me, la mia musica dell’anima, sin da quando l’ascoltavo in casa grazie ai miei fratelli, anche loro grandi appassionati di questo mondo musicale. Dal 2003 ho iniziato anche la mia esperienza come cantante.
Dunque, per me era un grande stimolo poter lavorare con Gianni Pernarella e il 173 Ensemble e dato che avevo già collaborato con loro non ho potuto dirgli di no, nonostante venissi da un periodo di pausa dalla musica dovuto a motivi familiari”.
Quale delle canzoni che ha cantato predilige e perché?
Sottolinea ancora la cantante – “Il brano che mi sta più a cuore è Ah se Voçè, perché sento di averlo fatto nascere un po’ anche io, lavorando insieme a Gianni per dare un’interpretazione più vicina possibile alla sua idea di questo bellissimo brano.
Devo anche ringraziare alcune mie care amiche brasiliane che mi hanno aiutato nella revisione della pronuncia e degli accenti dato che non avevo riferimento di altre interpretazioni.
Ovviamente ascoltandomi penso che avrei potuto fare ancora meglio, sono molto critica con me stessa, ma Gianni è rimasto contento e questa è una bellissima soddisfazione”.