Seconda parte della ricerca sulla situazione socio economico della Sardegna:. il contesto giuridico.
Ogni anno, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, la relazione del presidente della Corte d’Appello di Cagliari fotografa la situazione della giustizia nell’isola.
Cerchiamo di sintetizzare, attingendo anche dai dati delle relazioni degli ultimi anni, le principali problematiche relative all’attività criminale e al funzionamento del sistema giudiziario in Sardegna:
- Il problema più attuale è costituito dalla iscrizione di un numero inaspettato di cause dei richiedenti asilo che ha messo in difficoltà la organizzazione del tribunale di Cagliari, il quale ha la competenza per tali tipologie di cause relative all’intero distretto;
- L’attività criminale più rilevante della Sardegna, come entità numerica, è costituita dalla droga,sia come coltivazione che come traffico organizzato;
- È in forte espansione anche il fenomeno della prostituzione. Le vittime sono soprattutto nigeriane, rumene, albanesi e cinesi;
- Esistono gravi carenze nell’informatizzazione degli uffici giudiziari dovuta alla carenza di forniture informatiche hardware e software (più di mille pc utilizzano ancora il sistema operativo XP, non più aggiornato dalla Microsoft;
- Sono in continuo aumento le carenze di organico amministrativo, principalmente a causa dei pensionamenti e del blocco del turn over.
La Sardegna, al pari delle altre regioni italiane, ha un numero di procedimenti giudiziari pro capite nettamente superiore a quello della media dell’Unione Europea.
L’economia sarda, e più in generale il tessuto sociale, sono gravemente danneggiati dai tempi lunghi che trascorrono prima di poter ottenere una sentenza definitiva, che dia certezza del diritto e che commini le sanzioni e le pene.
In particolare la prescrizione dei reati viene vissuta, da parte di chi ha subito un torto, come un atto di impotenza e di resa della giustizia nei confronti della malavita. Parimenti chi usufruisce della prescrizione si sente quasi in diritto di ripetere atti illeciti contando sull’impunità.
Particolarmente grave è la situazione carceraria, con problemi di sovraffollamento. La situazione è ulteriormente aggravata dalla carenza di guardie carcerarie, di educatori e di psicologi.
Come già evidenziato è preoccupante la capillare diffusione sul territorio sardo del traffico di sostanze stupefacenti e il continuo aumento della prostituzione.
Questi dati ci danno un quadro complessivo della situazione difficilissima in cui lavorano i giudici e il personale amministrativo degli uffici giudiziari della Sardegna. Stretti nella morsa tra risorse inadeguate, normative e procedure antiquate, crescente ricorso alla magistratura nei campi più svariati, gli operatori si prodigano per alleviare i disagi che i cittadini devono subire, a causa delle lentezza dei procedimenti.
Senza la certezza del diritto e senza sentenze che diano risposte in tempi rapidi, per gli imprenditori diventa molto aleatorio rischiare i propri capitali. Chi è costretto a rivolgersi alla magistratura sperimenta sulla propria pelle l’incertezza sul risultato delle proprie richieste e molto spesso si trova nell’impossibilità di prendere decisioni che si fondano su basi certe e ben definite. Questo sistema giudiziario ha urgenza di essere cambiato, adeguandolo alle richieste della società. Più certezza del diritto costituisce un deterrente fondamentale per prevenire i crimini e un incoraggiamento per chi vuole restare nella legalità.
Rapidità, trasparenza, semplificazione, utilizzo della telematica, continuo dialogo tra inquirenti e magistrati, adeguamento degli organici, sono i presupposti per cambiare un sistema che mostra evidenti difficoltà.
È da sottolineare l’ottimo lavoro che sta svolgendo in Sardegna il tribunale per i minori, sia per quanto riguarda l’attività giudicante, sia in sede di prevenzione dove opera in stretto contatto con la scuola, il volontariato, gli istituti e le comunità. Sono purtroppo in costante aumento i casi di minori con problematiche neuropsichiatriche, che richiedono interventi coordinati tra magistratura e strutture sanitarie.
Aumentano anche i procedimenti per conflittualità nascenti dalla scarsa funzionalità dei provvedimenti adottati in sede di separazione o di divorzio.
I reati più frequenti compiuti da minorenni sono quelli contro il patrimonio, furti, rapine, estorsioni e lo spaccio di stupefacenti.
Non mancano purtroppo i procedimenti per violenze sessuali e lesioni personali connotati da totale disprezzo per la dignità umana, da indifferenza per la sofferenza fisica e le umiliazioni inflitte alla vittima.
Rispetto al resto d’Europa è eccessivo il numero degli avvocati, molti dei quali si barcamenano tra patrocini gratuiti e rinvii.
Questa è la situazione della giustizia in Sardegna che, lungi dalla rassegnazione, deve essere affrontata e riformata con coraggio e determinazione, ricordando che nel passato la Sardegna è stata all’avanguardia nel campo del diritto con le leggi contenute nella Carta de Logu del Giudicato di Arborea, interamente scritta in lingua sarda, promulgata da Mariano IV d’Arborea e poi aggiornata ed ampliata dalla figlia Eleonora d’Arborea nel XIV secolo.
Giorgio Pani