Nella iniziativa organizzata dall'”Associazione Oristano e Oltre”uno dei temi era “La dorsale del metano serve alla Sardegna?”
Il dibattito è stato molto interessante e io ho imparato tante cose dai discorsi che sono seguiti alla mia relazione.
La materia “Energia”, data la sua complessità, va affrontata in punta di piedi, ma con convinzione e, soprattutto, data la sua centralità decisiva, va discussa e portata all'attenzione dei cittadini, che devono essere un soggetto attivo e aiutato a essere “competente” nelle scelte.
- la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte strategiche sono molto faticosi, ma sono indispensabili e sono il sale della democrazia e bisogna perseguirli con tenacia;
- i progetti innovativi, “solidi” e utili alle Comunità possono nascere dal basso, dalla discussione e dal confronto;
- le “Linee di indirizzo sul Piano Energetico Ambientale Regionale” del 2015, nelle quali è dato ampio spazio alla metanizzazione della Sardegna, hanno come settima e ultima strategia la “Comunicazione, condivisione e partecipazione”, nella quale viene segnalata l'esigenza di esaminare gli aspetti relativi all'accettabilità sociale delle scelte strategiche e delle azioni operative.
Su quest'ultimo punto mi soffermo per scrivere che è stato disatteso e lo si continua a disattendere.
Nella relazione introduttiva, ho evidenziato i seguenti punti salienti sul “Patto per la Sardegna – Metano ed Energia”, siglato nel 2016, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro, a valere sull'APQ Metano e sull'avanzamento delle reti dei 38 bacini individuati in Sardegna:
- 600 km di dorsale tra depositi e bacini di domanda e lo sviluppo di reti di distribuzione urbane, i cui costi graveranno in gran parte sulla tariffa nazionale di trasporto e, quindi, sulle nostre bollette;
- sono previsti 7 depositi costieri tipo Small Scale:
– di cui 1 autorizzato alla Higas a Oristano, due in autorizzazione a Oristano alla Edison e alla IVI Petrolifera. Quello della Higas ha tutti i pareri e i lavori devono essere completati nei prossimi cinque anni. Quello della Edison ha il parere favorevole di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente, ma deve completare l'iter autorizzativo. Il progetto dell'IVI non ha fatto progressi nell'iter autorizzativo;
– uno in autorizzazione alla Is Gas a Cagliari, tre in attesa di avviare l'iter autorizzativo, di cui uno a Portovesme e due nell'Area Industriale di Sassari – Portotorres;
– due, probabilmente a nord e a sud, saranno anche rigassificatori;
- delle reti urbane relative a 38 Bacini:
– il 41% sono in esercizio a GPL o aria propanata, ma ci sono ancora lavori non conclusi;
– il 46% sono in fase di progettazione, in istruttoria o in fase di consegna dei lavori;
– il 13% dei Comuni non hanno previsto alcuna rete o non sono stati ancora inseriti in alcun bando;
- è prevista la infrastrutturazione dei porti, nei quali saranno installati i depositi costieri;
- il governo si è impegnato ad adottare meccanismi, anche con provvedimenti normativi, per la compensazione, per i consumatori domestici dell'Isola, dei potenziali maggiori costi infrastrutturali o di approvvigionamento, simili a quelli previsti per i consumatori delle altre Regioni italiane per le reti isolate alimentate da gas diversi dal metano e del bonus gas per i clienti indigenti;il costo di realizzazione degli adduttori dalla dorsale ai bacini sarà redistribuito sulla tariffa di trasporto regionale del resto dell'Italia;
- il prezzo finale del metano per i cittadini sardi sarà analogo a quello che pagano tutti gli italiani.
Per quanto riguarda la dorsale del metano, la situazione è la seguente:
– ci sono due progetti distinti come percorso ed entrambi prevedono una tratta centro – sud e centro – nord, per cui ci sarà, comunque, da individuare gli indicatori in base ai quale scegliere l'unica tratta da realizzare;
– le Società proponenti sono la SNAM Rete Gas S.p.A. e la SGI;
– i due progetti della SGI sono stati presentati al Ministero dell'Ambiente per la Valutazione d'Impatto Ambientale il 15.09.2017, per cui si possono presentare osservazioni fino al 14.11.2017;
– il progetto per la tratta di dorsale centro – sud della SNAM è stato presentato al Ministero dell'Ambiente per la Valutazione d'Impatto Ambientale il 22.09.2017, per cui si possono presentare osservazioni fino al 21.11.2017;
– il progetto per la tratta di dorsale centro – nord della SNAM è stato presentato al Ministero dell'Ambiente per la Valutazione d'Impatto Ambientale il 03.08.2017, per cui si potevano, come già segnalato in un precedente pezzo scritto da me, osservazioni fino al 02.10.2017.
Sono arrivate 5 osservazioni, della ARPAS, dei Comuni di Orani e Oniferi, della Provincia di Sassari e del Sig. Lorenzo Tupponi di Oniferi, che sta realizzando dei lavori nella propria azienda, che hanno anche dei finanziamenti regionali e si vede la dorsali attraversare l'azienda stessa. E' arrivato anche un parere dell'Assessorato dell'Ambiente della Regione Sardegna, molto circostanziato, che evidenzia come il progetto affronta in maniera superficiale la normativa sugli usi civici e sugli impatti ambientali, paesaggistici, idrogeologici, forestali e sociali. Il progetto è all'attenzione del Comitato CTVIA per il parere tecnico.
In meritoal Piano Energetico e Ambientale Regionale ho evidenziato:
– le emissioni di CO2 al 2013 sono 13,31 milioni di tonnellate e non è chiaro come sia possibile raggiungere realmente l'obiettivo di una riduzione del 50% al 2030 senza una politica aggressiva e coraggiosa nella direzione delle fonti rinnovabili, dell'autoconsumo, della rete distribuita, della elettrificazione dei consumi e della smart grid. Il progetto “Smart City – Sardegna CO2.0” è stato importante, ma seppure venisse realizzato, è in grado di abbattere la CO2 solo di 91.000 tonnellate;
– occorre che la Regione metta in campo molte risorse per raggiungere i seguenti obiettivi previsti nel PEARS (Piano Energetico Ambientale Regione Sardegna):
- incremento nel settore domestico della quota di autoconsumo della produzione di impianti fotovoltaici dall'attuale valore medio nazionale del 30% al 50%;
- incremento nel settore terziario della quota di autoconsumo della produzione degli impianti fotovoltaici dall'attuale valore medio nazionale del 25% al 50%;
- sviluppo dei sistemi di gestione del grande fotovoltaico nel settore industriale allo scopo di raggiungere l'autoconsumo della produzione di tali impianti al 30%;
- sviluppo di sistemi di gestione dell'eolico per l'autoconsumo al 30% nel settore industriale;
- utilizzo della produzione idroelettrica ad acqua fluente e a bacino per la copertura in autoconsumo del sistema idrico integrato;
Inoltre, ho messo in evidenza:
– che l'attenzione si è fatta tiepida verso le fonti rinnovabili in un momento in cui stanno diventando competitive, senza incentivi, anche nei prezzi, soprattutto, per i consumatori energivori, ma anche per i consumatori domestici e del terziario;
– occorre puntare molto di più sull'accumulo, sia elettrico che idraulico. Aggiungo che la Regione deve impegnare in questo risorse importanti, decisamente, di più di quelle previste (68 milioni di euro) nel Protocollo d'Intesa per lo sviluppo di un polo Tecnologico di Ricerca sul Carbone Pulito e la costruzione di una centrale Clean Coal Tecnology e la cattura della CO2.
Sono state messe, in particolare, in evidenza le caratteristiche del mercato del GNL, le problematiche del gas e l'inutilità della dorsale.
Nel dibattito sono emersi i seguenti aspetti importanti:
– i depositi costieri di GNL sono ritenuti utili, in particolare e in accordo con la politica comunitaria, per il bunkeraggio delle navi e per il trasporto terrestre;
– è stato trascurato l'impatto sanitario degli interventi previsti per le infrastrutture del GNL e di quest'ultimo come gas;
– nella valutazione economica sono completamente trascurati i costi dovuti alle “esternalità”, come per esempio, i costi sulla salute, sull'ambiente, sul paesaggio e sull'occupazione di suolo, che viene sottratto alle coltivazioni;
– è stata messa in dubbio la possibilità che saranno realmente serviti i centri dell'interno e meno accessibili.
Riconfermo alcune delle domande poste in altre occasioni:
- qualcuno ha, in maniera trasparente ed evidente ai “Cittadini Sardi”, sviluppato un dettagliato Conto Economico e lo ha presentato da qualche parte in contradditorio, sui costi delle sole dorsali principali, pari a circa 600 milioni di euro?
- Sono stati valutati correttamente gli impatti delle dorsali, con il coinvolgimento pieno e reale dei territori nei processi decisionali?
La discussione è aperta. È necessario sollecitare il dibattito e la partecipazione. Bisogna riuscirci. Mi auguro che questa iniziativa solleciti la partecipazione al dibattito del maggior numero possibile di cittadini e che siano prodotti molti documenti in merito alla stessa, soprattutto, da parte dei partecipanti.
In ultimo confermo alcune proposte già fatte, riprese durante l'iniziativa e ne aggiungo qualche altra:
- i 7 depositi costieri Small Scale, forse, sono troppi. Questo aspetto va approfondito;
- non realizziamo le dorsali, che, una volte realizzate, sono un limite tecnologico e, per il solo fatto che vengono realizzate, non rappresentano una scelta di transizione verso un Sistema Energetico Rinnovabile, Distribuito, Efficiente e Democratico, ma denotano la volontà di puntare sul gas per, almeno, i prossimi 50 anni. Inoltre, con certezza, le dorsali sono a totale carico dello Stato, sovradimensionate, non è chiaro se le dorsali secondarie saranno completate verso le zone interne, che non farà, sicuramente, il privato;
- la Regione Sardegna si impegni a valutare, una soluzione alternativa, tipo quella che si sta per realizzare nello Stato delle Hawaii, simile alla Sardegna come superficie ed abitanti, lo si può fare nel giro di pochi anni, prendendo in considerazione, per esempio, il limite temporale assunto dalla UE, che è il 2030, decidendo:
- di eliminare quanto prima le fonti energetiche fossili, considerando il gas una fonte di transizione verso le fonti di energia rinnovabile;
- di elettrificare tutto il sistema, facendo interventi con infrastrutture innovative e smart sulle reti, con accumuli del tipo innovativo, anche riprendendo, per la Sardegna, in maniera seria il sistema di accumulo dovuto alle centrali idroelettriche, che potrebbero avere anche altre funzioni, dati i periodi sempre più importanti di siccità;
- di elettrificare in maniera più importante la Sardegna per quanto riguarda la mobilità, rispetto alle scelte già fatte dalla Regione, peraltro, molto apprezzabili, con la scelta di realizzare stazioni di ricarica elettrica sui principali assi viari;
- di spostare le risorse previste per la dorsalesulla realizzazione di una Rete Sarda Intelligente”, flessibile e adeguata aun sistema che punta in maniera decisa sulle fonti rinnovabili di energia, sull'accumulo, sull'autoconsumo e sulla produzione, quando possibile, dove serve.
Ripeto. La dorsale del metano non serve alla Sardegna.
Giampiero Vargiu
Laureato in Ingegneria elettrotecnica all'Università di Cagliari nel 1980. Sindaco del Comune di Villagrande Strisaili dal 1995 al 2000. Socio della Societ di Ingegneria TEAM SISTEMI ENERGETICI SRL, che ha sede operativa a Oristano e opera in tutta la Sardegna. Esperto in efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili.