Una delle peggiori abitudini dell’Oristanese, in tutte le sue espressioni politiche, economiche e sociali, è quella di proporre obiettivi non raggiungibili e, allo stesso tempo, non seguire con attenzione e continuità i risultati possibili.
Alla fine, quando il bilancio è negativo, la lamentazione impera e la colpa è sempre del destino cinico e baro.
È quanto rischia di succedere per il Porto e la Zes.
Va ricordato intanto che Oristano era convinto di poter avere una propria zes, contando sull’istituzione di sei zone economiche speciali in Sardegna.
Questa convinzione è ormai superata dal fatto che tutti hanno compreso che per ZES si intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti, purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un'area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell'11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).
Questo significa che in Sardegna può essere istituita una sola ZES.
Poiché la norma prevede che altre aree portuali, anche non territorialmente adiacenti, potranno farne parte, purché presentino un nesso economico funzionale, una soluzione possibile è che i porti sardi facciano parte di un sistema nel quale siano valorizzate le specializzazioni di ciascun porto senza duplicazioni e concorrenzialità.
Questa soluzione è, però, una possibilità, non una certezza.
Oristano sta seguendo e intervenendo sulle procedure perché questo risultato si realizzi?
Le modalità per l'istituzione di una ZES, la sua durata, i relativi criteri che ne disciplinano l'accesso e le condizioni speciali sono definite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
Le proposte di istituzione di una ZES devono essere presentate dalle regioni La proposta deve essere correda da un piano di sviluppo strategico.
Prima domanda: Oristano conosce, o quantomeno si è preoccupata di conoscere, il piano di sviluppo strategico della Regione?
In un articolo, pubblicato nella Nuova Sardegna del 25.1.2018, si dà per imminente il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e si dice: “Nel caso della Sardegna, la Zona economica speciale sarà sicuramente a Cagliari ma potrebbe allargarsi – questa è la richiesta che arriva dai territori – anche agli scali di Porto Torres e di Olbia. È il decreto Sud a stabilire questa apertura sulla quale avrà potere decisionale l'Autorità portuale alla quale spetterà disegnare un'eventuale rete di Zes per garantire pari opportunità a tutti gli scali isolani”
Seconda domanda: Oristano ha richiesto di essere presente nel Comitato di Gestione del Sistema portuale regionale che ha, tra gli altri, i compiti di adottare il piano regolatore del sistema portuale e di approvare il piano operativo triennale concernente le strategie di sviluppo delle attività portuali e logistiche?
Antonio Ladu
Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.