Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Ma lo sono anche del corpo poiché nell’iride, il disco colorato intorno alla pupilla, trovano corrispondenza tutti gli organi e apparati, funziona come una piccola ricetrasmittente dello stato di salute degli organi.
La lettura delle macchie e delle modificazioni che compaiono sull’iride permette di rilevare eventuali alterazioni organiche dell’organismo: semplice infiammazione o malattia cronica.
Iridologia, cos’è
La più sintetica ed esplicativa definizione di iridologia è: “Lettura ed interpretazione delle forme (morfologia) e dei colori (cromatismo) presenti nell’iride come fonte d’informazione globale biologica, psichica e genealogica”.
L’iridologia è una tecnica di diagnosi che mira a determinare lo stato di salute di una persona attraverso l’esame delle caratteristiche dell’iride: colore, trama, macchie, segni particolari. Utilizzata soprattutto in omeopatia e naturopatia, l’iridologia ha conosciuto recentemente un grande sviluppo anche al di fuori di questi ambiti: consente infatti non solo di individuare le cause profonde di una malattia in atto ma anche un processo patologico prima ancora che si manifesti. All’interno di questo approccio olistico l’iride viene considerata come una minuziosa macchina di “elaborazione dati” del corpo umano che raccoglie informazioni sulla funzionalità del sistema psicofisico attraverso i vasi sanguigni e i nervi.
Storia dell’iridologia
Nel Rinascimento Paracelso scrive: “Considerate l’occhio nella testa, con quale arte è costruito e come il corpo ha impresso così meravigliosamente la sua anatomia nella sua immagine”.
Ad aprire la strada all’iridologia moderna furono il medico ungherese Ignaz Von Peczely (1826-1911) e lo svedese Nils Liljequist (1851-1936). Sembra che Peczely abbia intuito la correlazione tra segni dell’iride e patologie dopo che arrivò ad intuire il collegamento tra iride e organi notando nell’iride di una civetta con la gamba spezzata un segno che poi scomparve con la guarigione. Intuizione che trovò conferma nelle numerose osservazioni successive. Liljequist, invece, rilevò nel 1893 come la somministrazione di veleni allopatici modificasse il colore dell’iride.
La prima mappa che suddivide l’iride per regioni e settori è del 1902 ad opera di Johannes Thiel. Da allora molti sono stati gli autori che hanno prodotto studi approfonditi, vanno ricordati tra gli altri Leon Vannier, Bernard Jensen e Angerer il quale ha scritto un’opera monumentale in dodici volumi. Di particolare rilevanza ai giorni nostri è da citare il lavoro di S. Rizzi, il quale ha tra l’altro compiuto una vastissima ricerca per l’individuazione del rimedio omeopatico dall’iride.
Come funziona
Il meccanismo che sta alla base di questa “registrazione” è dovuto al collegamento tra il sistema nervoso e l’iride. Quest’ultimo è irrorato da vasi sanguigni e ricco di terminazioni nervose come molte altre zone dell’organismo. Su di esso tuttavia l’azione del sistema nervoso si manifesta non solo come sistema di controllo dell’attività locale ma anche di segnalazione o “trascrizione” sulla funzionalità degli organi periferici con cui è in relazione. In pratica semplificando molto la complessa struttura dei meccanismi coinvolti si può dire che il sistema nervoso, attraverso il controllo esercitato sulla contrazione e rilassamento del muscolo dell’iride e sulla dilatazione o contrazione dei vasi che lo irrorano, “scrive” su di esso tutto ciò che succede e proviene dall’interno dell’organismo, quasi fosse il pennino di un sismografo.
L’indagine iridologica non è né invasiva né dolorosa e viene effettuata mediante un apposito strumento non elettromedicale, l’iridoscopio che, dotato di particolari lenti ottiche, consente di esaminare l’iride nei suoi dettagli. Ogni zona è indicatrice di numerose informazioni specifiche, per una corretta diagnosi è però necessario basarsi non solo sui segni specifici ma valutare soprattutto le relazioni d’insieme.
- Valutazione del riflesso pupillare e della pupilla, cioè il forame centrale dell’occhio dal quale passa la luce.
- Valutazione del rapporto tra Orlo pupillare interno, cioè il margine della pupilla sul suo versante interno verso il centro dell’occhio, e Orlo irideo esterno, cioè il margine della pupilla sul suo versante esterno verso la periferia dell’occhio.
- Valutazione della zona della corona, anche detta collaretto o siepe, è la zona che sta tra la pupilla e la linea circolare frastagliata chiamata appunto margine della corona.
- Valutazione della zona degli organi, situata tra il margine della corona e il margine dell’iride.
- Valutazione delle costituzioni, delle diatesi, del rapporto tra gli elementi, dei blocchi energetici.
- Valutazione dei segni patografici cioè delle alterazioni nella trama del tessuto irideo e dei segni patocromatici, cioè delle alterazioni di colore.
Iridologia costituzionale
Lo studio dell’iride riguarda la valutazione dell’integrità dei tessuti che vengono detti collettivamente “costituzione“. L’iridologia costituzionale è un ottimo strumento di indagine anche preventiva per evitare stati di malattia e l’iridologo consiglierà l’interessato su come migliorare la qualità della vita incrementando il livello della salute, come mantenersi in condizioni di equilibrio bioenergetico, come attivarsi in metodiche igieniche, alimentari e biofisiche naturali, come evitare o rompere con abitudini malsane, come prevenire le malattie rinforzando e accrescendo il corredo immunitario. Quando questi equilibri si rompono, può instaurarsi uno stato di malattia e lo si può osservare simultaneamente nelle iridi e nel corpo.
Martina Vaccargiu
Vive a Tramatza. Da sempre interessata alla cure alternative, per 18 anni ha fatto un genere di Yoga prettamente meditativo. Nel 2012 ha deciso di cominciare a fare i primi corsi monotematici che riguardavano l'iridologia , che è la scienza che studia lo stato di salute attraverso l'iride.Ora è all'ultimo anno della scuola di Naturopatia a Roma e lavora con un'azienda di fitoterapici.