Rileva Riccardo Scintu nella sua analisi del DUP di Oristano, con riferimento alla Missione 14 – Sviluppo economico e competitività “».non è chiaro in che modo si vogliono promuovere delle azioni di marketing per la valorizzazione dei prodotti locali»”.
Quella che qui viene presentata è una proposta concreta su cui l’Amministrazione può fare da capofila, passando dalle generiche intenzioni ad un ruolo attivo di coordinamento, per la costruzione – nell’ambito di reti d’impresa e distretti territoriali di produzioni agricole di qualità – di una filiera corta e strutturata a costo zero o quasi.
Vediamo i presupposti ed il profilo di questa proposta.
Il rafforzamento delle imprese esistenti è un tema che può essere affrontato con una diversità di approcci, alcuni dei quali possono essere a costo tendenziale zero. Presuppongono però spesso: volontà e finalità di intenti; chiarezza degli obiettivi; solido convincimento che fare rete è una strada maestra lungo la direzione del rafforzamento. Fare ” sistema” implica anche non arroccarsi su posizioni rigide e preconcette, ma elasticità verso il risultato comune.
Questi sono i presupposti alla base di questa proposta operativa, che prevede una auspicabile sinergia attiva tra:
Comune capoluogo; Camera di Commercio; Associazioni delle categorie produttive agricole e del commercio e servizi; imprese agricole e agroalimentari; imprese della ristorazione e del commercio alimentare.
L’azione è finalizzata a favorire la costituzione di una filiera tra le imprese, che sia utile – oltreché a finalità turistiche – anche ad autoalimentare un volano stabile in ambito territoriale.
La possibilità per un territorio di valorizzare e stabilizzare, almeno parzialmente, un circuito interno di produzione → acquisto → vendita tra imprese del territorio, merita attenzione sotto diversi profili:
1 – consente alle imprese dei vari settori di fare ” sistema” in modo consapevole e strutturale;
2 – partendo dalle imprese, che in modo diretto o indiretto, possono ruotare attorno al mondo del turismo, consente, da un lato, la valorizzazione delle produzioni locali identitarie e di qualità – costituendo in tal modo una componente del marketing territoriale per i non residenti – e, dall’altro lato, contribuisce a far scoprire/riscoprire e avvicinare ulteriormente i residenti alle produzioni locali di qualità;
3 – la realizzazione di un principio di filiera contribuisce, sotto il profilo economico, ad intercettare e chiudere territorialmente spezzoni di reddito, sottraendo pro-quota, per tale via, risorse finanziarie altrimenti defluenti verso l’esterno.
In quest’ottica contribuisce ad autoalimentare lo sviluppo interno.
Il progetto, allo scopo di contribuire a realizzare incrementi nel consumo diretto residenziale e turistico, è rivolto principalmente alle imprese:
a – agricole e agroalimentari con alti standard qualitativi;
b – alberghi e ristorazione
c – commercio.
Strumenti
Gli strumenti principali sono quelli riferibili alle attività di:
° animazione – finalizzata a suscitare interesse intorno all’idea progettuale, da parte del Comune capoluogo , Camera di Commercio e Associazioni di categoria verso le imprese dei diversi settori, in relazione ai vantaggi reciproci che verrebbero a realizzarsi:
- Per il mondo agricolo ed agroalimentare assicurarsi una base di venduto stabile ed a prezzi definiti;
- Per il mondo del commercio e dei servizi una parziale fornitura di beni a prezzi predefiniti che tengano conto del chilometro zero.
° coordinamento – per gli atti che si renderanno necessari per realizzare strutturalmente e stabilmente la ” filiera”.
° costi – i costi sono minimi, essendo riferiti ai soli oneri correlabili al tempo delle persone impegnate pro-tempore all’organizzazione di volta in volta necessaria per le attività di animazione e coordinamento.
° tecnicalità – sotto l’aspetto tecnico meritano di essere considerati alcuni aspetti utili a guidare le scelte per la migliore riuscita del progetto. Qui vengono analizzati singolarmente i principali:
1 – Albo dei produttori : la volontà di partecipazione alla costituzione della filiera si concretizza nella costituzione di un Albo dei Produttori Agricoli e Agroalimentari, in cui la singola impresa che aderisce segnala anche le produzioni che intende inserire nella filiera. Inserimenti che ovviamente potranno mutare nel tempo;
2 – Albo delle imprese acquirenti: la volontà di partecipazione alla costituzione della filiera si concretizza nella costituzione di un Albo delle Imprese Acquirenti della ristorazione e del Commercio, che prevederà anche l’indicazione della misura percentuale, rispetto ai propri acquisti annuali, che si intende acquistare nell’ambito della filiera e l’indicazione della gamma dei prodotti. Per quanto ovvio le imprese acquirenti scelgono liberamente, nell’ambito dell’Albo dei produttori, quali siano le imprese produttive agricole. Scelte che potranno mutare nel tempo;
3 – Protocollo costitutivo: un protocollo generale con le finalità, obiettivi e norme di partecipazione – di cui gli Albi dei Produttori e degli Acquirenti potranno essere gli allegati – costituirà l’atto formale che concretizza l’avvio stabile della filiera.
Il “Protocollo costitutivo” con i suoi allegati potrà essere gestito dalla Camera di Commercio o dal Comune capoluogo.
Gianni Pernarella
Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.