Come detto nel Post, “Solo Oristano e Cagliari salvano sicuranente i fondi del Bando Periferie“, a questo Bando erano stati assegnati dal precedente Governo 2 miliardi e 100 milioni: 500 milioni per le prime 24città in graduatoria e 1.600 milioni per gli altri 96 progetti approvati.
Nella graduatoria dei primi 24 progetti, Oristano occupava il sedicesimo posto in Italia e Cagliari il ventitreesimo.
Il mezzo miliardo è già stato assegnato per le prime 24 città della graduatoria; ma tutto il resto è stato cancellato con il Decreto Milleproroghe, in barba alle aspettative e soprattutto alle convenzioni che i sindaci hanno firmato con la Presidenza del Consiglio.
Il risultato di questo provvedimento è che solo Oristano e Cagliari hanno sicuramente salvato i fondi assegnati.
Le altre 96 città interessate dovranno vivere a lungo nell’incertezza, se non in una vera e propria odissea.
Vediamo cosa è successo fino ad oggi.
L’11 settembre 2018 il governo ha trovato un accordo con l’Associazione dei Comuni (Anci), promettendo che i fondi per le periferie sarebbero stati stanziati nell’arco di un triennio un percorso in due fasi.
Il punto di partenza sarebbe stato l'intesa in Unificata per sanare l'incostituzionalità di una disposizione (art.1, comma 140 della legge n.232/2016) che finanziava per 800 milioni di euro il bando periferie. Si trattava, quindi, non di tutto il plafond del bando periferie (1,6 miliardi) ma solo di una quota parte dei fondi. Secondo la Consulta (sentenza n.74/2018) alla base dell'incostituzionalità ci sarebbe stato il mancato passaggio del dpcm nellaConfereza Unificata per l'intesa con le regioni.
Un problema risolvibile secondo l'Anci che, infatti, già il 9 agosto aveva scritto al sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, al ministro per gli affari regionali, Erika Stefani, e al presidente della Conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini, per chiedere di iscrivere all'ordine del giorno della conferenza Unificata l'intesa sul dpcm 29 maggio 2017.
Il secondo step chiesto dall'Anci a Conte per far pace col governo avrebbe invece rappresentato la soluzione tecnica per rimediare al pasticcio del decreto Milleproroghe che ha definanziato i fondi del bando periferie per i progetti non ancora in avanzata fase di attuazione. La promessa fatta da Conte all’Anci prevedeva l'inserimento nel primo decreto utile delle risorse necessarie a riallocare i fondi.
L’Anci quindi sperava che il Mef predisponesse la proposta tecnica per finanziare le convenzioni con le città, nonché la convocazione in Conferenza unificata per l'esame del dpcm che vrebbe sanato i dubbi di costituzionalità su una parte dei fondi.
Ma la Conferenza unificata, tenutasi Giovedì 20 Settembre, ha visto la rottura tra i sindaci e il governo sui fondi per le periferie. I sindaci dell’Anci si attendevano di trovare all’ordine del giorno l’intesa che avrebbe dovuto sanare l’incostituzionalità di una quota (800 milioni) dei fondi per le periferie
L’ Anci, ha quindi deciso di interrompere le relazioni istituzionali e di abbandonare la Conferenza.
“Non abbiamo trovato riscontro all'impegno che sul bando periferie aveva preso con noi il presidente del consiglio Giuseppe Conte nell'incontro dell'11 settembre”, ha dichiarato il Presidente dell’Anci. “Torneremo a sederci a quei tavoli solo quando il percorso per restituire ai sindaci il miliardo e 600 milioni sottratti, si vorrà avviare davvero”.
Da quando l'Anci ha deciso di interrompere le relazioni istituzionali con l'esecutivo non c'è stato ancora nessun passo di riavvicinamento. Al contrario.
Il varo del decreto sicurezza, in cui i Sindaci si aspettavano di trovare il ristoro dei fondi tagliati dal Milleproroghe, ha alzato il livello dello scontro. Tanto che i sindaci hanno annunciato l'intenzione di ricorrere al Tar contro il blocco delle risorse.
E grazie al gioco di sponda delle regioni, il contenzioso potrebbe arrivare anche alla Corte costituzionale.
Ad annunciarlo è stato il presidente dell'Anci Antonio Decaro che ha dichiarato: “nei prossimi giorni valuteremo l'iniziativa di ricorrere al Tar contro il Milleproroghe e anche alla Consulta attraverso le regioni”.
Come si vede l’uso del termine Odissea per il viaggio dei comuni del bando periferie non è esagerato.
Antonio Ladu
Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.