di Michela Ladu

Come guardi le cose?

“Da un angolazione realistica e poi la deformo cogliendone il bello con tutti i sensi”. Così Bettina Brovelli artista della caricatura, che disegna da quando aveva tre anni, ci spiega come una pittrice ‘guarda’ la realtà.

La sua passione la porta a distinguersi a scuola, nel disegno, tra i compagnetti. Suo padre, durante l’infanzia le metteva a disposizione i supporti così, lei aveva modo d’esprimersi artisticamente.

“Si può disegnare su qualunque cosa e sì, si può imparare a disegnare, ma il talento non s’insegna” chiarisce la Brovelli”.

“il disegno ha un valore psicologico, come si evince dalla mostra da lei organizzata, coi detenuti di Oristano, coi quali la Brovelli instaura un rapporto che culmina nell’esposizione. Nei disegni, è a loro chiesto, cosa vedrebbero in una finestra a sostituzione delle sbarre. Appaiono sulla tela i loro desideri, la famiglia, la macchina e il maialetto sullo spiedo. “Volevo alleviare la sofferenza della reclusione con una finestra immaginaria per loro” racconta.

“Mi ispiro a Caravaggio ma seguo il mio stile. Quello che mi interessa soprattutto è l’atteggiamento del viso, l’espressione, lo sguardo, da lì parto” spiega la Maestra che ha sempre cercato di godersi l’attimo.

 Bettina, che dopo una grave malattia è rinata fondando in collaborazione con altre donne anche l’Associazione Comunque Donna, che si occupa di pazienti oncologici.

“Non faccio questo lavoro per denaro” ci spiega l’artista.” Io faccio quello che sento a prescindere dal guadagno”.

Qual è la collaborazione che ricordi con emozione?

“’Fisietto’ è la collaborazione che ricordo con maggiore sentimento. Creato dai signori di Sinnai Bruno e Paolo Tremulo. Sfoggio fieramente il mio accento sardo e lo uso nelle vignette umoristiche”. Risponde affettuosamente Bettina Brovelli.

Il futuro?

“Tele e acrilici” divertita l’artista.