Con la riforma dell'estate del 2016 (“Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle Autorità Portuali”) in Sardegna è stata istituita un’unica AdSP (Autorità di Sistema Portuale) che ai tre porti dell’ormai ex Autorità portuale del Nord Sardegna (Olbia, Porto Torres e Golfo Aranci) e a quello del capoluogo (che faceva capo all’Autorità di Cagliari), si aggiungono gli scali di Oristano, Portovesme e la banchina commerciale di Santa Teresa di Gallura.
Per il Porto di Oristano si apre un capitolo nuovo. Finora, infatti, ai sensi della L.N. 84/94, era gestito dall’ Autorità Marittima per tutti gli aspetti di programmazione (Piano Regolatore Portuale), di gestione (operazioni portuali e di disciplina del lavoro portuale) e di amministrazione (gestione commissione consultiva e concessioni demaniali).
Questa situazione durava da 15 anni, da quando il Porto è stato classificato quale Scalo di rilevanza Nazionale in base all’art. 36, comma 5, della Legge n° 166 del 01/08/2002.
La classificazione ha avuto come risultato positivo il passaggio dell’Organismo periferico dell’Autorità Marittima da Ufficio Circondariale Marittimo a Capitaneria di Porto, istituita con D.P.R. n° 89 del 01/02/2006; questo ha comportato anche l’aumento di personale e di mezzi in dotazione al Porto.
Ha avuto anche tre rilevanti elementi negativi.
Il primo riguardava la mancanza di uno rapporto formalizzato ed operativo tra la comunità portuale e la realtà istituzionale ed economica del territorio. Non esisteva infatti un confronto istituzionalizzato ed i rappresentanti del territorio non potevano intervenire in alcun modo nella gestione del porto, che la legge assegnava quasi totalmente all’Autorità Marittima.
Il secondo riguardava uno degli elementi cardine e più importanti definiti dalla L.N. 84/94, ovvero la programmazione e la promozione. L’Autorità Marittima, ad Oristano, non svolgeva alcun compito di promozione (intesa come quell’insieme di azioni in grado di innescare un circuito virtuoso che permettesse di acquisire nuovi traffici e, contemporaneamente, di non perdere quelli esistenti a favore di altri porti), in quanto ciò non rientrava fra i suoi compiti “strettamente istituzionali” per il fatto che la legge non ne faceva espressamente cenno.
Il terzo era la dipendenza finanziaria dall’Amministrazione Centrale dello Stato.
Il Porto di Oristano, infatti, essendo classificato come statale, aveva una gestione finanziaria totalmente centralizzata dal Ministero. Ciò significava che tutte le entrate che il porto di Oristano realizzava dalle attività operative (concessioni, tasse, tributi), venivano trasferite presso l’organo centrale ministeriale ed annualmente in parte ritrasferite attraverso i comuni programmi di gestione, di manutenzione ordinaria e straordinaria e di realizzazione delle opere pubbliche.
Il risultato è stato che il bilancio di questo doppio trasferimento ha avuto un saldo negativo, ovvero quanto veniva incassato non veniva poi restituito. I fondi per la gestione ordinaria arrivavano inoltre in tempi lunghi, determinando così ritardi e disagi nel funzionamento del porto.
Con l’istituzione dell’unica AdSP Oristano entra a pieno titolo nella programmazione portuale regionale.
È fondamentale però essere presenti nelle sedi decisionali che si stanno definendo in questo periodo. Dopo la nomina del Presidente dell’AdSP, il prossimo passo è l’istituzione del Comitato di Gestione.
Il Comitato di Gestione adotta il piano regolatore del sistema portuale; approva, entro novanta giorni dal suo insediamento, su proposta del presidente, il piano operativo triennale concernente le strategie di sviluppo delle attività portuali e logistiche; approva il bilancio di previsione, le note di variazione e il conto consuntivo. Una volta insediato il Comitato di Gestione dovrà indicare il segretario generale e potrebbe rivedere la pianta organica (al momento costituita da 36 persone a Cagliari e altrettante a Olbia) e bandire eventuali concorsi.
L’ampliamento della pianta organica si renderà necessario anche perché il Comitato di gestione della Zes (Zona economica speciale) si avvarrà delle struttura amministrativa dell’AdSP.
Un ruolo fondamentale nella governance del complesso sistema portuale dell'Isola è svolto quindi dal Comitato di gestione, la cui composizione, ai sensi del novellato articolo 9 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, è costituita dal Presidente dell'AdSP, che lo presiede e il cui voto prevale in caso di parità dei voti espressi; da un componente designato dalla Regione, da un componente designato dal sindaco della città metropolitana, da un componente designato dal sindaco di Olbia, sede di una delle precedenti Autorità portuali, da un rappresentante dell'Autorità marittima, designato dalle Direzioni marittime competenti per territorio, con diritto di voto nelle materie di competenza, prevedendo la partecipazione di comandanti di porti diversi da quello sede dell'Autorità portuale, nel caso in cui siano affrontate questioni relative a tali porti.
Alle sedute del comitato partecipa anche un rappresentante del Porto di Oristano in quanto incluso nell'AdSP e ubicato in un comune capoluogo di provincia non già sede di autorità portuale. Il rappresentante è designato dal sindaco e ha diritto di voto limitatamente alle materie di competenza del porto rappresentato.
Oristano è quindi presente nel Comitato di Gestione; ha diritto di voto miratamente alle materie di competenza del porto rappresentato, ma partecipa con diritto di parola a tutte le sedute del Comitato di Gestione.
È necessario pertanto che il territorio si prepari adeguatamente a questi impegni e scadenze.
Antonio Ladu
Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano alLiceo Jeansono de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.