Era nato a Macon (Georgia) il 5 dicembre 1932 ed è morto ieri a Nashville (Tennessee) all'età di 87 anni.
È stato la leggenda del Rock and Roll. La sua “Awopbopaloobop alopbamboom“, questa manciata di sillabe impossibili da pronunciare e sciorinate in apertura della sua hit Tutti Frutti (1955), lo ha reso popolare in tutto il mondo. “Tutti frutti” ha fatto la storia della musica. Richard ha scritto le pietre miliari del genere, diventando fonte di ispirazione massima per Beatles e Rolling Stone e tutti i più grandi del Rock.
Richard Wayne Penniman, da Macon (Georgia), famiglia di origine afroamericana, che ha avuto tanti pastori pentecostali. La sua è stata una vita fatta di hit, stop and go e fermate spirituali. “Un tornado”, come ha scritto Davide Turrini nell'edizione del 9 maggio scorso de Il Fatto Quotidiano.
Scrive ancora Turrini “Si sentiva già da bimbo sfiorato da Dio. Anzi, meglio dal Doctor Nubilo, un pastore itinerante che si portava dietro un caravanserraglio di show con pezzi cantati e dove Richard esordì che nemmeno aveva 18 anni. Un altro show, un altro pastore, il Doctor Hudson e Richard appare in scena avvolto in turbanti e mantelli, abiti sgargianti. La famiglia non vede di buon occhio questa ascendenza blues del ragazzino. È la “musica del diavolo” che Richard” in qualche modo mescola a certe armonie del jazz di New Orleans per arrivare a un vero e proprio suono rivoluzionario: il rock and roll. Prima di Elvis, per dire.”
Nel 1955 firma per la Specialty Records. Richard è riconoscibile per il ciuffo alto, baffetti sottili, mascara sugli occhi (Prince 30 anni prima?). Si piazza nelle classifiche di mezzo pianeta con Tutti Frutti, Long Tall Sally, con le ha sciolto le autoradio e i giradischi di intere generazioni, insieme a Lucille.
Canta in piedi, al pianoforte, spiritato e sorridente, letteralmente indiavolato, prima che lo facesse Jerry Lee Lewis, autore, cantante e pianista statunitense, tra i maggiori esponenti del Rock and Roll.
Piazza la band (gli Upsetters) alle sue spalle, quella con la line up di fiati, sax tenore e baritono, che ballano a ritmo e intervengono a tessere in primo piano le melodie del neonato rock and roll.
La sua musica abbatte ogni barriera fisica dei corpi, mentale e politica. Neri e bianchi ballano e ascoltano la “musica del diavolo” insieme, come oggi si ascoltano gli idoli hip hop. Dopo nemmeno due anni Richard si ferma.
È il 1957. È il primo di una serie di stop and go, di fermate spirituali, dove molla tutto e si fa sacerdote. Alla maniera di tutti quei predicatori battisti folgorati sulla via della rinascita.
Nel 1958 diventa predicatore, nel 1962 molla tutto ed è ancora sui palchi con quella suo voce roca e quei suoi roboanti urletti acuti. il Rock si era già come affermato ovunque.
Nel 1963 un altro gorgheggio vocale musicale con il brano Bama Lama, Brama Loo. Mentre è in tour in Europa ad Amburgo, sono i Beatles ad aprirgli un paio di concerti. Richard dà anche diverse dritte su come cantare a Paul McCartney. Ancora un altro tour con Richard al top della forma e con lui suonano gli ancora semi-sconosciuti Rolling Stones. Mick Jagger loderà (e copierà) parecchio “la frenesia” del maestro sul palco, sillabando soltanto un “fan-ta-sti-co”. E poi ancora, sarà un giovane Jimi Hendrix a fare numero tra gli Upsetters alle spalle di Richard.
Scrive Turrini “Richard cade in una nuova crisi, quella del trinomio sesso, droga e Rock and Roll. Se negli anni cinquanta vietava come un pazzo ai componenti della sua band di bere alcool o anche solo qualche canna, tra gli anni sessanta e settanta la cocaina gli entra in circolo quasi più dell’ossigeno. Little Richard ha già chiuso qui la carriera. Non avrebbe bisogno di inventarsi o comporre altro. Infatti non torneranno mai più un brano o la vena compositiva degli esordi. Basta il pilota automatico della Rock and Roll Hall of fame (dove finirà ad honorem), della leggenda che sempre un po’ più raggrinzita e ma totalmente spiritata ed elettrizzante attraverserà ogni palco del pianeta.”
Little Richard l’hanno copiato tutti. In Italia Celentano, Little Tony. È stato concittadino di Otis Redding e corregionale di Ray Charles.
Il periodico di musica, politica e cultura di massa Rolling Stone scrive che “Il personaggio che Little Richard recitava sul palco – la chioma lasciata andare, il trucco androgino e le magliette di perline – divenne lo standard per il Rock and Roll.”
Nel suo primo anno di successi, Elvis Presley pubblicò quattro cover di Little Richard. Diverse celebri band dell’epoca successiva – i Beatles e i Rolling Stones, su tutti – hanno più volte ricordato la sua influenza.
Il suo ultimo disco è Little Richard Meets Masayoshi Takanaka, uscito nel 1992. Little Richard ha suonato il suo ultimo concerto dal vivo il 25 agosto 2014 a Murfreesboro, in Tennessee.
Allego il video delle canzoni Long Tall Sally e Tutti Frutti, nelle versioni più giovanili. Buona visione e buon ascolto.