Nel nostro sito abbiamo ampiamente trattato il tema della flat tax. In particolare Gianni Pernarella nel Post “Flat tax” e “Abolizione della tassa di successione”: a chi il fumo e a chi l’arrosto?.
Le conclusioni del Post sono precise e non lasciano spazio agli equivoci: un’esigua minoranza, vera destinataria della Flat tax, si ridistribuirà un’imponente massa di miliardi di minori tasse.
Nessuno ha contestato queste conclusioni.
Non solo si regalano miliardi ai ricchi ma, come ho scritto nel Post Nodo incapienti, aggravato dalla proposta della flat tax, l’eliminazione delle “deduzioni” determina come effetto primario l’ampliamento della base imponibile e l’eliminazione delle “detrazioni” fa aumentare per tutta la platea dei contribuenti l’ammontare delle tasse da pagare.
Inoltre non sembra rientrare nelle preoccupazioni dei proponenti la flat tax il fatto che sono oggi in Italia oltre 750.000 quelli che, per “incapienza“ dell’imposta, non sfruttano nemmeno un euro di detrazione IRPEF non soltanto per le numerose detrazioni esistenti per oneri e spese, ma anche per quelle previste a favore di chi ha familiari a carico.
Ma la flat tax accresce anche i divari territoriali, in particolare quelli delle regioni a statuto speciale, come la Sardegna.
Anche ammettendo che la diminuzione delle imposte si traduca in aumento del Pil e, quindi, in maggio rientrate per lo Stato, questo non avverrebbe che successivamente all’entrata in vigore della riforma fiscale.
Che avviene in presenza di minori entrate fiscali?
Molto semplice: una diminuzione degli investimenti e dei servizi pubblici a disposizione dei cittadini.
Per la Sardegna la situazione sarebbe ancora più grave. Poiché la maggior parte delle entrate della regione derivano dai sette decimi dell’Irpef, una sua diminuzione significa automaticamente minori entrate per la Sardegna.
Non bisogna poi dimenticare che la Sardegna ha totalmente in carico la sanità che costa più della metà del bilancio regionale e, per giunta, ha un deficit consistente.
Credo sia anche abbastanza evidente che, in queste condizioni, la vertenza col Governo finalizzata ad ottenere maggiori risorse per la continuità territoriale, il costo dell’energia, gli accantonamenti non abbia molte possibilità di riuscita.
Antonio Ladu
Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.