di Michela Ladu
Affondo letale alla mia anima.
Sirene all’orizzonte che si avvicinano.
Ansia al petto e allo stomaco.
Foresta in fiamme.
Il sole brucia, ma è notte fonda, ancora.
Riflesse braccia che stringono un secchio d’acqua.
Immagini che salverebbero la foresta dal fuoco.
“Fregatene”, “gli animali sono fuggiti”.
Un fazzoletto incenerito, un tempo, asciugava le lacrime.
Io piango la foresta dentro me e scrivo.
Le parole sono acqua fredda.
Le sirene scompaiono: a restare buio e pioggia.
Risorgere arcobaleno.
Doppio arcobaleno.
Gli animali sono la ricchezza che ho dentro me.
Le sirene non mi riguardano.
Caffè solubile e acqua, ma una sigaretta mi spetta. Come “L’aria che tira”, la rassegna e il TG.
Solitudine popolata dai miei che dormono.
Sono in un’altra dimensione.
Spento l’incendio dei sogni notturni, mi lascio andare all’esterno come un imbuto: ordigno d’impegno e di pace.
Approvano…per quella che sono.