Il presente post è finalizzato a proporre l’avvio di un progetto per la realizzazione di un festival culturale a Oristano, che propongo di chiamare, almeno nella fase progettuale “Festival del Giudicato”. Ho pensato a questa idea a febbraio 2020, ma negli ultimi mesi non ci ho più ragionato troppo, visto che il mondo ha subito uno degli eventi più devastanti dell’ultimo secolo. Sono anche consapevole che l’idea che andrò a rappresentare non potrà essere realizzata nel breve termine, viste le limitazioni di spostamento e il divieto di assembramenti, ma è anche vero che in questo periodo in cui molte cose non si possono fare è bene spendere il proprio tempo a pensare a come ri-costruire il nostro futuro. Personalmente a me sta a cuore il futuro della mia città, dove credo che abiterò per il resto della vita e dove mio figlio crescerà. Per questo motivo, in prospettiva futura, cerco di buttare le basi di un progetto molto ambizioso.
Divido il post per punti dal titolo: “Da dove viene l’idea”; “Perché”, “Cosa”, “Dove”, “Quando”, “Come”. Si tratta di uno schema di riferimento che necessita di dettagli e contributi da parte di tutti gli interessati. Perciò chiedo a chi legge di contattare me o l’associazione per discutere la possibilità di avviare un progetto che porti alla realizzazione del festival.
Da dove viene l’idea
Qualche mese fa, prima dell’emergenza Covid, sentivo un intervento del Prof. Alessandro Barbero, storico medievista, divulgatore e grande protagonista in molti festival culturali in tutta Italia. Facendo il paragone tra l’Italia di oggi e quella di 30 anni fa, diceva che forse l’unico fatto positivo dal punto di vista culturale del panorama odierno rispetto a quello passato è il grande fermento dei festival culturali. Aggiungeva, nel suo intervento, un dettaglio che mi ha colpito: la gran parte delle iniziative culturali in Italia sono organizzate in centri medio piccoli: Sarzana, Trento, Ascoli, Macerata, Novara etc. Tutti registrano grande partecipazione e rendono le città più vive e interessanti. Ho subito pensato che sarebbe bellissimo fare una tre giorni a Oristano, magari legata al periodo turistico. Ma del quando parlerò in un prossimo paragrafo.
Qualche giorno fa, come associazione Oristano e Oltre, abbiamo parlato con dei rappresentanti della minoranza in Consiglio Comunale, alcuni dei quali hanno evidenziato come Oristano sia la capitale culturale della Sardegna, per via della sua storia, della sua posizione, delle sue tradizioni. Ora, senza innescare un dibattito con Nuoro, che avrebbe da ridire (suppongo), è vero che Oristano, nell’ambito culturale, ha molto da dire e molto da valorizzare.
Perché
Perché Oristano ha già provato ad essere la Città della Cultura e deve provarci di nuovo, perché la cultura è un volano di sviluppo e un attrattore di turisti, peraltro educati, rispettosi e spesso facoltosi. Inoltre perché Oristano è il centro urbano della Sardegna perfetto per organizzare una tre giorni di convegni su temi di natura culturale: è una città a misura d’uomo, ha spazi all’aperto in cui allestire palchi e platee, ha delle sale convegni, di proprietà del Comune e di privati, che permettono l’organizzazione di un fitto programma. Si trova in una posizione geografica di facile approdo e ha altre attrattive turistiche, di carattere culturale, a corollario di un festival.
Cosa
Se penso a un festival culturale di grande successo mi viene in mente “l’Isola delle Storie” di Gavoi. Ma Oristano non deve mettersi in competizione con una realtà così positiva per la Sardegna, deve proporre qualcosa di diverso. Allora propongo, come punto di riferimento, il “Festival della Mente” di Sarzana (link al sito: https://www.festivaldellamente.it/it/ ). Sarzana è un Comune Ligure di poco più di 20 mila abitanti e ospita, ogni anno nel primo week end di settembre, una tre giorni di incontri, dibattiti e lezioni con relatori di diverse discipline su un tema specifico (ad esempio “Comunità”, “Futuro”, “Ambiente” etc.). Intervengono matematici, storici, biologi, antropologi, e tante altre tipologie di esperti, e parlano al grande pubblico delle materie che conoscono declinando il tema che caratterizza ciascuna edizione.
Immagino un evento di questo tipo: un festival culturale ma divulgativo e per il grande pubblico, su temi glocal, che riguardino anche Oristano ma sicuramente non solo Oristano, con interventi di studiosi, letterati, artisti. Un evento che non preveda necessariamente un’elaborazione ritagliata su Oristano, ma che ospiti e promuova visioni del mondo che gli oristanesi, cui principalmente è dedicato il festival, potrebbero fare proprie per l’elaborazione di nuove idee per il nostro territorio.
Dove
Ovviamente a Oristano città, ma anche a Torregrande, in spazi aperti (Piazza Eleonora, Piazza della Torre, Hospitalis Sancti Antoni, Piazza ex Case Minime), ma anche in aule conferenze (Hospitalis Sancti Antoni, il Teatro San Martino). Un festival diffuso in tutta la città, che la abbracci anche nelle zone perfiferiche e coinvolga più persone, imprese, professionisti possibile.
Quando
Sicuramente non nel 2020. Si parla almeno del 2021, quando l’emergenza Covid sarà sotto controllo o comunque sarà possibile organizzare eventi pubblici con la presenza fisica di molte persone. Inoltre, un festival culturale a Oristano deve essere organizzato in un periodo di alto flusso turistico, ma deve puntare a una tipologia di turista differente da quella che arriva in Sardegna tra luglio e agosto. Per individuare un periodo dell’anno, ricordo che Oristano ha già un appuntamento annuale, in periodo estivo, che ben si presta alla introduzione nel programma di un festival culturale: il settembre Oristanese. L’idea di fare una tre giorni di incontri culturali all’interno del settembre Oristanese, a partire dalle 17.00 fino alle 23.00, darebbe alla città una spinta dal punto di vista dell’attrattiva in un periodo dell’anno pieno di potenzialità, ad oggi solo parzialmente sfruttate.
Come
Questo è il tema più difficile da risolvere in poche parole per tre motivi. Il primo è la congiuntura economica terribilmente sfavorevole, su cui ho poco da aggiungere. Il secondo punto è il contesto socio-economico della città di Oristano e del suo territorio, che non ha investitori privati che possano affrontare grandi investimenti a bassa remuneratività come quello che propongo. Il terzo aspetto critico è la necessità di lavorare con la politica e le istituzioni locali.
Se penso a come si finanzia un progetto del genere penso a tre direttrici: il patrocinio delle istituzioni locali (Comune, Provincia Regione), la partecipazione a bandi europei o di Fondazioni (come la Fondazione Banco di Sardegna), il crowdfunding e il finanziamento di associazioni, esercizi commerciali, imprenditori privati.
Ho pubblicato il presente post nel sito di Oristano e Oltre proprio perché una tale iniziativa risponde alle finalità dell’associazione, essendo orientata a valorizzare il ruolo della città di Oristano in ambito culturale.
Aspetto suggerimenti e critiche di ogni tipo. L’unica critica non accetta, anzi del tutto rispedita al mittente è la seguente: “non si può fare”.
Perché ne sono sicuro, si può fare e intendo lavorare per realizzare questo progetto.
Riccardo Scintu