Sabato primo aprile, alle ore 15,30, a Zeppara, frazione di Ales, si terrà la nuova apertura del MUSEO DEL GIOCATTOLO TRADIZIONALE DELLA SARDEGNA. Riteniamo opportuno descrivere una breve storia assieme alle caratteristiche di questo Museo, per chi non lo conoscesse.
Nell’anno scolastico 1993/94 al professor Nando Cossu, insegnante di Lettere presso la Scuola Media Statale di Ales, venne assegnata una classe a tempo prolungato, che prevedeva due rientri pomeridiani di tre ore ciascuno, in aggiunta al normale orario curricolare della mattina.
Si trattava di una classe di 22 alunni, vivace ma gestibile, per la quale si poneva soprattutto il problema delle attività da svolgere nei due rientri pomeridiani. Infatti non era pensabile far lavorare i ragazzi nelle stesse discipline curricolari del mattino. Dopo diversi tentativi che richiesero tutto il mese di ottobre, si giunse ad individuare come attività proponibile alla classe quella sui giocattoli tradizionali.
Acquisita la disponibilità a collaborare da parte delle famiglie dei ragazzi, in particolare gli anziani, si è avviato il lavoro di ricerca e di recupero dei giocattoli tradizionali.
La prima valutazione dei risultati conseguiti fino alle vacanze di natale fu a dir poco incoraggiante, per cui, a gennaio incontrammo le famiglie per informale sull’importanza della loro collaborazione e si riprese il lavoro con vero e proprio entusiasmo.
Alla fine dell’anno scolastico, giugno 1994, i giocattoli tradizionali recuperati furono talmente tanti che decidemmo di allestire una mostra nei locali dell’Istituto tecnico industriale di Ales. A visitare questa mostra vennero anche le professoresse dell’Istituto di Tradizioni popolari dell’Università di Cagliari nelle persone di Enrica Delitala e Anna Lecca. Queste, felicemente sorprese della dovizia dei materiali raccolti, inviarono una lettera al Preside, Marco Ledda, invitandolo a metterci nella condizione di continuare il lavoro di ricerca e di recupero, garantendo il supporto del loro istituto per tutti gli aspetti di carattere scientifico.
Non potevano darci più forte incoraggiamento. Seguirono altri due anni di lavoro intenso, soprattutto, questa volta, da parte dei ragazzi, che hanno partecipato tutti indistintamente e, ovviamente, ciascuno con le proprie capacità, alla costruzione di quella allora era soltanto la mostra dei giocattoli tradizionali della Sardegna.
Questa mostra, sotto la certificazione dell’Istituto di Tradizioni popolari dell’Università di Cagliari, fu inaugurata proprio a Cagliari, nella passeggiata coperta del bastione di Saint Remy nel mese di maggio del 1996. Fu un successo incredibile: le firme nel registro dei visitatori registrarono circa 25 mila visitatori in quindici giorni.
La collezione dei giocattoli mantenne la caratteristica di mostra itinerante, gestita dalla Scuola Media Statale di Ales per circa tre anni, poi, viste le difficoltà di gestione da parte della scuola, fu ceduta al comune, con l’impegno che avrebbe fatto di tutto per valorizzare quei giocattoli con la creazione di un museo. In questo modo nasce il MUSEO DEL GIOCATTOLO TRADIZIONALE DELLA SARDEGNA.
Le caratteristiche di questo museo saranno descritte in un secondo articolo.
Nando Cossu