In Francia il tema dell’inserimento sociale e lavorativo ha un’esperienza di 30 anni. Vale quindi la pena, per un paese come l’Italia, che sta iniziando ad affrontarlo con iniziative ancora parziali o con proposte tutte ancora da attuare, guardare con attenzione al paese più vicino al nostro per popolazione, economia e cultura.
La prima legge di sostegno al reddito, il RMI (Reddito minimo di inserimento), introduceva due innovazioni importanti, rispetto alle politiche di inserimento seguite fino allora, nei confronti dei disoccupati o precari in situazione di povertà assoluta o relativa: in primo luogo un dispositivo che garantiva un minimo di risorse di sussistenza da facoltativo diventava un diritto garantito dalla legge; in secondo luogo la stipula di un contratto d’inserimento necessario per avere diritto al sussidio.
La legge sulla solidarietà attiva è nata nel 2009 sulla base della constatazione che le condizioni di povertà, legate essenzialmente alla disoccupazione all’epoca del reddito minimo di inserzione, si erano considerevolmente ampliate con l’estendersi del lavoro precario e a tempo parziale.
Il RSA garantisce ai beneficiari un redito minimo con una contropartita obbligatoria di cercare un impiego o di definire e seguire un progetto professionale finalizzato a migliorare la sua situazione finanziaria.
Il RSA è, quindi, un supplemento di reddito per i lavoratori poveri e un minimo sociale per i disoccupati.
Ha l’obiettivo di favorire il reimpiego delle persone che ricevono un minimo sociale attraverso tre strumenti destinati a questo scopo: mantenimento di una parte delle prestazioni del RSA in caso di reimpiego; accompagnamento personalizzato in vista del ritorno al lavoro; sviluppo progressivo dell’aiuto personalizzato di ritorno all’impiego.
Qual è l’importo del RSA?
Per mese è il seguente secondo il numero dei beneficiati e la situazione familiare:
-1 persona sola = 545,48 euro
– 1 persona sola con un bambino o una coppia = 818,21 euro
– 1 persona sola con due bambini o una coppia con un bambino = 981,85 euro
1- coppia con due bambini o una persona sola con 3 bambini = 1.145,50 euro
Da questi importi sono sottratti gli aiuti alimentari e il forfait alloggio che tiene conto degli aiuti per l’alloggio o se il beneficiario del RSA è proprietario della abitazione in cui vive. Questa somma va da 64,41 a 159,42.aseconda dei componenti il nucleo familiare.
Sul piano delle politiche di integrazione i cambiamenti hanno portato, oltre al RSA, alla riorganizzazione dei Servizi per l’impiego con l’obiettivo di seguire il percorso individualizzato dei disoccupati e dei precari.
Condizioni per accedere al RSA
Le principali sono che il totale del reddito familiare (anche senza legami di parentela) sia inferiore al salario minimo garantito. L’ammontare netto mensile dello Smic nel 2018 è di 1.173 euro; è necessario, inoltre, essere cittadini francesi e non avere più di 25 anni.
Gestione Finanziamento e costi
Il RSA è gestito dalle province ed è versata dalla CAF (Cassa trasferimenti familiari) e dal MSA (Mutualità sociale agricola)
Costa 10 miliardi all’anno ed è finanziato dal Fondo nazionale di solidarietà attiva alimentato da una nuova tassa sulle rendite del capitale e del patrimonio.
Per 2,20 miliardi è finanziato dalle province che hanno visto aumentare le spese a loro carico del 18,3% nel 2017 rispetto all’anno precedente. Non c’è da stupirsi se chiedono con forza che il finanziamento sia a carico dello Stato.
Vi è da dire che 1,7 milioni di persone che avrebbero diritto al RSA non l’hanno domandato, altrimenti il costo sarebbe stato di 14-15 miliardi.
Premio di Attività
Questo strumento si accompagna al RSA.
Al premio di attività hanno accesso i giovani attivi di età inferiore ai 25 anni e i lavoratori autonomi il cui fatturato è inferiore a determinate soglie.
L’obiettivo del premio di attività (Prime d’activité) è di dare un supplemento di reddito alle persone che lavorano per un reddito debole, per esempio un tempo parziale pagato allo Smic (Salario minimo garantito) e di aiutare i disoccupati a trovare un lavoro.
Si stima che circa 4,4 milioni di famiglie, 5,3 milioni di persone, abbiano ricorso almeno una volta a questo strumento a Settembre 2017.
L’ammontare medio mensile è di circa 159 euro e il finanziamento per il 2018 ammonta a 4 miliardi di euro.
A chiusura del post riporto che se le valutazioni sono positive sul piano del sostegno al reddito, sono invece molto controversesu quello dell’inserimento al lavoro.
Antonio Ladu
Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.