Reddito di cittadinanza
Definizione concettuale: un reddito uguale per tutti, ricchi e poveri, non soggetto a condizioni o prove di disagio sociale. Non è legato nemmeno a promesse di un impegno di ricerca lavorativa.
È questo il reddito di cui si parla, con un certo grado di confusione lessicale di contenuto, sempre più spesso.
L’idea del Reddito di Cittadinanza (RdC) ha una lunga storia che comincia alla fine del 18° secolo ( sistemazione teorica con il neoliberismo ad opera di Ludwig von Mise e Friedrich Hayek – 1938 ).
Caratteristiche:
1 – prestazione monetaria periodica
2 – finanziato con le tasse
3 – non tassato
4 – essere cittadino o residente regolare
5 – riconosciuto all’individuo ( non familiare )
6 – erogato a prescindere dal reddito
7 – senza obbligo di cercare lavoro
L’unico caso effettivo di RdC esiste solo in Alaska, su chiama PFD ( Permanent Found Dividend ). È un fondo su cui viene trasferito parte degli introiti dei pozzi petroliferi e investiti in mercati finanziari. Parte dei guadagni prodotti vengono redistribuiti ogni anno a ciascun cittadino residente da almeno due anni ( dal 2000 importo medio annuo tra 900 e 2000 dollari, quindi corrispondenti mediamente rispettivamente a 75 e 166,6 dollari al mese ).
Sotto la dizione di RdC passano ( impropriamente, come detto ) diverse accezioni, diverse formulazioni e modelli di attuazione, ma con il comune denominatore di porsi come strumento di lotta alla povertà, con la logica tipica del “Reddito minimo Garantito” ( RmG ).
Il RdC quindi non va confuso, come troppo spesso accade, con il Reddito minimo garantito (RmG) che non è riconosciuto a tutti ma solo per chi si trova in condizioni di particolare disagio: spesso legato alla prova di condizioni economiche inferiori ad un livello prestabilito e sovente condizionato alla partecipazione a programmi di reinserimento sociale e lavorativo. È tale il “Reddito di Inclusione Sociale ” ( REI ), ma anche il sistema degli “Assegni familiari”. Il REI che dal 2018 costituirà lo strumento principale del Governo italiano per la lotta alla povertà ( 2 MLD annui previsti + i ricavi di razionalizzazione della spesa sociale ) prevede:
>> 18 mesi di erogazione + 12 eventuali ( in caso di incapacità alla prosecuzione in autonomia )
>> prevede ISEE = o < a 6000,00 euro annui e patrimonio immobiliare < a 20.000,00 euro escludendo l’abitazione di residenza.
La proposta del Disegno di legge N. 1148 del Movimento 5 * rientra nella casistica dei RmG anche se promosso con l’ errata dizione di RdC.
Prevede un intervento per chi guadagna un importo < a 6/10 del Reddito medio UE cioè meno di 9360,00 euro annui. È un intervento selettivo con partecipazione a progetti di formazione e reinserimento sociale, pena la perdita dell’integrazione.
È stato calcolato dall’INPS, e differentemente da quando indicato dal Movimento 5* con una previsione di costo di 16,9 Mld, un costo invece di 30 Mld ed una platea di 2,76 Mln di famiglie.
Gianni Pernarella
Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.