Questa intervista risale al 2010 ed ha come informatore Francesco Cabiddu, un vecchio contadino di 98 anni di Ortueri.

Il documento è tratto da una ricerca sul campo da me condotta in circa cinquanta comuni della Sardegna , rappresentativi dell’intera regione. Detta ricerca ha dato luogo al volume “L’amore negli occhi. Rapporti tra i sessi e regole di formazione della coppia nella società agropastorale sarda”. Carlo Delfino editore, 2014.

Questa intervista mette in evidenza il ruolo dominante del maschio nella famiglia e nella vita di coppia, e la condizione subalterna della donna.

Su detta condizione seguirà a suo tempo un intervento specifico, costituito da alcune brevi storie di vita acquisite sempre col metodo della ricerca sul campo.

 

D. Perché un uomo e una donna si sposano?

R. L’uomo si sposa per la compagnia e la compagnia l’ha lasciata Dio. Vivendo da soli, cosa ne ottengono un uomo e una donna? Anzi, la donna è anche capace di vivere da sola. Ma l’uomo»bisogna che sia uno che abbia testa per stare da solo, altrimenti si carica di sporcizia, non sa farsi da mangiare, non sa fare nulla delle faccende di casa. Invece, la donna sa fare tutto, sa lavare la roba, sa cucinare»per questo un uomo deve sposarsi e farsi una famiglia.

D. Quando lei era giovane, c’era qualcuno che non si sposava?

R. Si, c’era qualcuno. Chi non si sposa vuol dire che non è disposto o che non è in grado, perché l’uomo che si sposa e mette su una famiglia deve essere di testa ferma, perché è lui che mantiene la famiglia. La donna segue la famiglia in casa con tutto quello che c’è da fare, ma l’uomo è quello che deve portare a casa tutto quello che serve per mantenerla.

D. Quand’è che l’uomo era in grado di sposarsi?

R. Un uomo che sia animato da sentimenti virtuosi deve pensare a come possa mettersi a tirare su famiglia senza neanche la camicia. Deve pensare a come ne esce dopo. Bisogna che uno abbia un filo in mano per mettere su famiglia. Io prima di entrare in famiglia ho detto ai miei: giogo e carro e trenta moggi di grano; a questo punto ho cercato la donna. Ma, sposare una donna in maniche di camicia, senza niente, che figura fa l’uomo? Ho conosciuto uomini che si sono voluti sposare senza niente, ma si sono ridotti male, hanno fatto la farina per terra: ecco che figura fa l’uomo. La figura la fa sempre l’uomo, perché la donna è in casa sua e se non la vuoi lasciala lì, ma se la prendi mantienila e considerala. Io frequentavo una casa dove ogni tanto si facevano balli per divertimento. Qui c’era una ragazza fra le migliori ballerine del paese. Una notte sono andato e non avevano ancora cominciato a ballare, erano tutti seduti attorno ad un tavolo e questa ragazza, ad un certo punto, da sotto il tavolo mi passa un sigaro, toccandomi il ginocchio con intenzione. Io ho preso il sigaro e ho fatto finta di niente, perché non volevo fare scandalo in mezzo a tutti. Non l’avevo a genio. Ma forse la verità è che io allora ero senza casa, senza giogo e senza niente. Come potevo avventurarmi con una donna?

D. In base a quali criteri un uomo doveva scegliere la donna?

R. L’uomo deve sposarsi con una donna che abbia amore per sé e per il prossimo e che sappia amministrare la casa. Ma soprattutto deve volerle bene, perché se un uomo non ha amore per la moglie non ci bada, non la cura. L’uomo deve stare attento a come sceglie, deve capire che se chiede in una determinata casa non gliela danno e che forse è meglio che provi in un’altra casa. Io a trent’anni non avevo ancora una donna e stavo lavorando a Sorgono in una tanca con un mio amico. Ero già grande e dovevo sbrigarmi. Questo mio amico aveva una sorella di 37 anni, nubile, che era alle dipendenze del fratello. Questo, conosciute le mie intenzioni, ha parlato con la sorella e le ha detto di sposarsi con me perché ero un buon lavoratore e non avrei certamente lasciato la famiglia senza pane. Io non avevo niente, se non il giogo e il carro, la strada per andare e la roba per coprirmi. Mia moglie aveva casa e terre e con questo mi ha messo le ali ed ho continuato a migliorare la proprietà. Mio figlio, poi, l’ha fatta crescere, ha aggiunto a quello che c’era anche ciò che ha portato la moglie. Quando mia nuora e mio figlio hanno deciso di adottare un bambino, perché non hanno avuto figli, io volevo che lo prendessero maschio, ma lei ha voluto una femmina. Io lo volevo maschio per mantenere la proprietà, perché questa deve andare di generazione in generazione.

D. Quanto tempo si restava fidanzati?

R. Non bisognava restare a lungo fidanzati, soprattutto se la donna apparteneva ad una famiglia numerosa, perché allora volevano che si sposasse quanto prima. Si tendeva a restare un anno o due, il tempo necessario per preparare l’occorrente. Qualche volta, però, succedeva che si restasse fidanzati anche dieci anni e più, perché non si aveva niente o perché si voleva preparare troppe cose.

D. Quale era l’età giusta per sposarsi?

R. L’età migliore per sposarsi era attorno ai vent’anni per la donna e i 25 per l’uomo. Noi, e gli antichi prima di me, usavamo dire “fillus de becciutzerazzosanzenos” (Lett. Figli di vecchio servi altrui), perché il vecchio non è capace di allevare i figli. Uno quando ha 20-25 anni deve cercare di sposarsi, perché se non capisce a quella età l’uomo non capisce più. Considera che a 18 anni si partiva militare e al ritorno molti si sposavano.

D. Succedeva che una donna si sposasse incinta?

R. C’erano addirittura donne che avevano avuto figli fuori del matrimonio ed erano criticate, anche se non era una cosa eccessiva. Queste cose succedevano quando a due fidanzati si dava la fiducia. In questo caso la responsabilità era dell’uomo, perché la donna “è testa di gallina” e spetta all’uomo essere educato e fare a meno di quelle cose fino a quando non si sposano. Prima qui in paese, quando due si sposavano, se avevano avuto un figlio prima, all’altare non ci salivano, il prete li sposava in mezzo alla chiesa per darlo a vedere a tutti i presenti, per farli vergognare, ricchi o poveri che fossero. Sull’altare si sposava chi non aveva avuto figli prima, anche se l’uomo magari era arrivato a praticare il coito con la donna, ma non le si era addormentato sopra.

D. Perché dice che la donna è testa di gallina?

R. La donna quando è giovane, a partire dai 14-15 anni, è la dannazione dell’uomo, perché il sangue della donna a quell’età è molto caldo. In genere il sangue della donna è sempre più caldo di quello dell’uomo. Ci sono casi di ragazze di 15-16 anni col sangue bollente, da cui l’uomo deve guardarsi perché altrimenti cade in tentazione. Quando una donna è di sangue così come intendo io, bisogna che stia molto calma, attenta, perché altrimenti sono guai per lei e per l’uomo. Ma soprattutto per lei, perché se non si controlla col sangue così caldo non guarda dove buttarsi. La donna quando ha il sangue in ebollizione non guarda dove gettarsi, è testa di gallina, noi la donna l’abbiamo sempre chiamata così. Ho conosciuto casi di ragazze di 14-15 anni che hanno avuto figli. In questo caso la colpa è dell’uomo, perché la donna è sempre testa di gallina, testa leggera e ci vuole un niente a che un uomo se la porti a letto. Per questo l’uomo deve essere educato. Quando l’uomo non vuole una donna, non c’è verso che questa riesca a convincerlo, perché l’uomo è quello che domanda, non la donna, perché non si è mai visto che fosse la donna a cercare l’uomo. Guai se è la donna a chiedere, perché proprio in quel caso è certo che l’uomo non la prende. Infatti, l’uomo pensa o che la donna è stata a letto con un altro e vuole essere sposata, oppure che è leggera di testa, facile, arrendevole. L’uomo non la apprezza se la donna chiede.

D. Un uomo e una donna, una volta sposati, concordavano quando e quanti figli avere?

R. Due si sposavano per formare una famiglia, non c’era nessun bisogno di concordare se avere figli e quando, si andava a letto e si stava assieme, quel che veniva veniva. C’erano anche quelli che non volevano una famiglia numerosa, però si tenevano quello che veniva.

D. Chi cominciava a letto: era l’uomo che cercava la donna?

R. Ci sono donne che non aspettano a essere cercate dal marito, ma sono loro che lo cercano, a seconda del sangue. È bene anche questo, perché il sangue sia dell’uno che dell’altra deve sfogare. Perché un uomo e una donna si sposano? Certo, si sposano anche per altre cose, non per quello soltanto. Ma anche quello, in mezzo a tutto l’altro è necessario. Nell’altare il prete la fa giurare anche per quello. Il sangue della donna vuole l’uomo, la femmina vuole il maschio. C’erano anche donne vergognose, che non si spogliavano, restavano con la camicia, ma l’uomo era libero di toccarla.

D. È vero che quando una donna ha la mestruazione è più facile che resti incinta?

R. Noo! Guai se ci arriva un uomo quando la donna ha la mestruazione! Perché può persino ammalarsi, l’uomo, perché il sangue della donna è molto agitato. È pericoloso per l’uomo, non per la donna. Temevano sempre i grandi e ci avvertivano continuamente per questo. La donna, se è donna come si deve, quando ha il mese non deve lasciar arrivare l’uomo da lei, non deve farsi toccare, perché gli evita di ammalarsi. Mentre la donna può ammalarsi anche gravemente se perde la mestruazione, perché questa le permette di sfogare il sangue. Infatti, la donna sposata è più sana perché ha la mestruazione regolare in quanto si sfoga. La donna che ha figli è più sana di una che non ne ha, perché sfoga sempre. Per quale motivo l’ha lasciata Dio questa cosa? Per sposarsi e per sfogare il sangue. Ci sono donne il cui sangue prevale su quello dell’uomo, è più smanioso, e quando una donna ha il sangue così ne vuole di uomini! La donna giovane è calda e per questo va tenuta in casa. La donna così, laddove ci sono uomini, non ha sentimenti e a convincere una di queste non ci vuole niente. Ed è per questo che prima, fatto che fosse buio, non se ne vedevano donne per la strada. Io avevo tre sorelle, ma appena fatto buio mia madre non le lasciava neanche affacciare alla porta. A fare eventuali commissioni andavano i maschi.

D. Perché è meglio avere i figli da giovani?

R. La gravidanza in una ragazza troppo giovane non è una cosa buona. Per avere figli bisogna che sia l’uomo che la donna siano maturi, perché il sangue è più forte e i risultati sono migliori. Il figlio di una ragazza troppo giovane nasce debole, perché anche il sangue è debole.

D. Le donne col bacino largo sono davvero le più adatte a fare figli?

R. Ci sono donne che passano in un ago e fanno figli benissimo. Io ne ho conosciuto grosse e fini facendo figli. La donna migliore per fare figli è quella che ha amore per i figli.

D. Ho sentito che se una donna non prova piacere non resta incinta. È vero?

R. Anche se non le piace, se l’uomo la prende, la donna può restare incinta, se il sangue è a posto. Non c’è bisogno che le piaccia. Il sangue scende dall’uomo e dalla donna. Un solo sangue non ingravida mai, servono tutti e due, se combinano vengono i figli, se non combinano niente figli. Se la donna è di sangue buono vuole sempre l’uomo, non lo vuole solo se è di sangue freddo.

D. Durante la gravidanza è possibile avere rapporti sessuali?

R. I rapporti sessuali durante la gravidanza non fanno male. Però succedeva certe volte che si passasse da un figlio all’altro senza che tornasse la mestruazione, perché l’uomo arrivava alla donna col sangue caldo e la ingravidava di nuovo. Anche in questo caso tocca all’uomo sapersi regolare, perché è l’uomo che è intelligente, conosce la donna e sa tutto quello che ne può venire.

D. Cosa facevano ad un certo punto per non avere altri figli?

R. Se uno ha già diversi figli, non deve pensare a come non farne altri, ma deve ingegnarsi e lavorare di più per mantenere tutti quelli che vengono. Io sono arrivato a lavorare giorno e notte per mantenere la famiglia. Ho sentito che oggi i dottori danno pastiglie per non avere figli: questo va male. Prima non era ammesso, a meno che uno non si adoperasse di nascosto per non averne, ma se si veniva a sapere veniva criticato moltissimo. Bisognava lasciarli venire i figli, perché la donna vuole l’uomo. E quando un uomo è dentro la donna, come fa a venire fuori prima di»? Dovrebbe essere un uomo di legno. Se è un uomo che ha sangue, quando è dentro la donna lo lascia sfogare dentro, succeda quello che succeda. Altrimenti, perché si sposa un uomo? È un errore questo di non fare figli. Quello che c’è di bello nella vita è la compagnia. Io come avrei fatto senza mio figlio? Sarei dovuto andare al ricovero o all’ospedale. L’uomo e la donna devono restare a quello che fa Dio, perché i figli non li fanno solo l’uomo e la donna: se non vuole Lui figli non ne vengono al mondo.

D. Lei lo sa come vengono concepiti i figli?

R. Certo. Lo sperma dell’uomo e quello della donna si combinano assieme e determinano la nascita del figlio. Lo sperma è il sangue dell’uomo. Né l’uno, né l’altra possono fare figli da soli. Quante donne non si metterebbero a farsi un figlio senza coricare con l’uomo, se potessero! Lo sperma deve essere denso per fecondare la donna, non deve essere acquoso. Un uomo e una donna, una volta sposati hanno il dovere di coricare insieme, se questo non avviene vuol dire che non si vogliono e allora alla donna può anche venire in mente di andarsene con un altro.

D. Se una donna sposata aveva una relazione con un altro, cosa succedeva?

R. Se una donna sposata andava con un altro, secondo il marito che trovava la uccideva. Poco tempo fa sono stato a pranzo fuori in campagna e ho avuto modo di conversare a lungo con il guardiano di questa tanca. Ad un certo punto gli ho chiesto se era sposato e mi ha risposto che era stato sposato, ma che aveva lasciato la moglie. Gli ho chiesto come mai e mi ha risposto che lei andava con un altro uomo. Io gli ho replicato, scherzando, che quell’altro non gliene aveva portato via un pezzo e lui mi ha risposto che la donna non era cosa da possedere in comune con qualcuno. Aveva ragione. La donna non deve essere in comproprietà.

D. Un uomo sposato, se faceva l’amore spesso, non ne risentiva nel lavoro?

R. Fare l’amore tutti i giorni non fa male, anzi fa bene, perché il sangue sfoga e certi malesseri se ne vanno. Per l’uomo e per la donna sfogare il sangue è un sollievo, fa bene. Non è bene, invece, masturbarsi. L’uomo che si masturba è un mascalzone, perché un uomo, quando è in grado di sposarsi, deve cercare al suo pari una donna e fa quello che deve fare con lei, non che vada a farsi»da solo. Perché uno che prende quella malattia muore prima del tempo, perché lo asciuga, gli secca il sangue. Anche la donna si masturba e fa male anche a lei. Peggio ancora erano quegli uomini che avendo moglie frequentavano il casino, erano uomini senza testa.

D. Cosa sono queste vampate che vengono alle donne ad una certa età?

R. La mestruazione viene alla donna fino a quando il sangue non si sfoga. Comincia dai 14-15 anni e può arrivare fino a cinquanta; una volta finito lo sfogo la mestruazione scompare. Se una donna è coriacea, fino a 50 anni il sangue ce l’ha vivo e può fare figli. Le vampate sono dovute al fatto che il sangue è ancora caldo. Sono donne ancora prospere, nelle quali il sangue non sa come esplodere e hanno questo caldo. Secondo la donna anche a 35-40 anni il sangue non bolle più e questo è peggio. La donna che ha il sangue caldo a 45-50 anni significa che è una donna prospera.

D. Quando lei era giovane, si sentiva parlare di omosessuali?

R. Io non avevo mai sentito di maschi che coricano con maschi né di donne con altre donne. Sono persone senza testa. Io prenderei una pistola e li sparerei. Non lo fanno neanche le bestie. Sono vissuto in mezzo agli animali ed ho potuto vedere che il maschio possiede la femmina fino a quando la ingravida, sia pecora che vacca, poi non la monta più. L’uomo, invece, possiede la donna anche quando è gravida; questo lo fa solo l’asino, è l’unico animale che monta la femmina quando è gravida, altrettanto fa l’uomo, mentre dovrebbe lasciarla tranquilla. Solo l’asino e l’uomo fanno questo.

Nando Cossu

Laureato in Storia e Filosofia all’Università di Cagliari, ha conseguito il diploma di Specializzazione in Studi Sardi con una tesi sulla medicina popolare in Sardegna. La medicina popolare e la cultura materiale dell’isola hanno costituito l’ambito principale della sua ricerca. Insegnante e dirigente scolastico, ha curato per la comunità Arci-Grighine la sezione del Piano di sviluppo socio-economico dedicata alle tradizioni popolari e alla cultura popolare e si è dedicato all’allestimento e alla cura del Museo del giocattolo di Ales. Per quanto concerne la medicina popolare, oltre a vari articoli, ha pubblicato il volume “Medicina popolare in Sardegna. Dinamiche, operatori, pratiche empiriche e magiche”, Carlo Delfino Editore, Sassari, 1996 (presentazione di Enrica Delitala) e “A luna calante. Vitalitàe prospettive della medicina tradizionale in Sardegna “, Argo, Lecce, 2005 (presentazione di Giulio Angioni). L’ultima pubblicazione è stata “L’amore negli occhi. ” Rapporti fra i sessi e formazione della coppia nella società agropastorale sarda “, Carlo Delfino Editore, Sassari, 2014.