Tutti abbiamo un sogno. Ne abbiamo bisogno. Ne coltiviamo almeno uno. Il mio è quello di pensare che in futuro la “Comunità Umana” sarà “collaborativa” e non competitiva, perchè l'uomo è un “animale sociale”.
Per illustrare questo mio pensiero ricorro spesso al paradigma energetico in cui credo.
Il cambio di paradigma energetico ha sempre segnato i cambi di civiltà e, quindi, le relazioni umane.
L'uomo “raccoglitore” è passato all'economia agricola quando è riuscito a utilizzare l'acqua come fonte energetica, le sue relazioni si sono evolute e, poichè ha avuto bisogno di far di conto ha dovuto inventarsi la scrittura, riuscendo in questo intento.
Un'ulteriore evoluzione c'è stata con l'avvento delle prime macchine che hanno consentito la stampa. La diffusione della stampa ha fatto si che sempre più persone avessero la possibilità, per esempio, di leggere la Bibbia, che prima era una prerogativa di pochissimi. La lettura della Bibbia ha consentito l'evoluzione del Cristianesimo in varie forme e una maggiore dialettica.
L'invenzione delle macchine a vapore ha consentito l'invenzione delle rotative e una maggiore informazione e comunicazione tra gli esseri umani, il verificarsi di relazioni sempre più ampie e il propagarsi di idee nuove.
Con il petrolio la cultura è diventata di massa.
Oggi il “modello di società globalizzata” può reggere le sfide del futuro se non modifica il proprio paradigma energetico, se non consente lo sviluppo dell'energia sostenibile, diffusa, della generazione distribuita e democratica, dell'energia prodotta dove serve e, quindi, un modello energetico non più centralizzato, con una conseguente “Società Umana” organizzata secondo una struttura piramidale, senza mettere a rischio la biosfera? Credo di no.
Insomma, i nuovi paradigmi energetici hanno segnato il passaggio dalla coscienza mitologica a quella teologica, a quella del pensiero ideologico della moderna economia di mercato e, oggi, a quella, come dice Jeremy Rifkin, psicologico del mondo esistenzialista postmoderno, nella quale ciascuno di noi ha un punto di vista.
Il mondo globalizzato, Internet delle cose, la realtà virtuale aumentata, l'intelligenza artificiale, ci pongono davanti una sfida, che secondo me, l'uomo può vincere solo se riscopre la sua vera natura, che è quella di un animale sociale, che ha bisogno, per crescere, di sviluppare relazioni sempre più fitte, di collaborare, di partecipare, di essere informato, di dare spazio, in maniera sempre più importante, ad un'altra delle sue caratteristiche, che è l'empatia, la sua capacità di immedesimarsi nelle difficoltà di chi gli sta vicino.
Tutti sogni e utopie? Non credo e, comunque, l'uomo ha dato il meglio di se quando ha perseguito i propri sogni e inseguito delle utopie.
Quanto ho scritto ha un risvolto pragmatico, se applicato alla nostra realtà oristanese.
La nostra Comunità Territoriale ha una qualche possibilità di crescita se continua ad inseguire modelli individualistici, competitivi, senza una strategia comune, un modello di civiltà collaborativa, partecipativa, “laterale” e, quindi, democratica? Credo di no.
Potremmo, nelle grandi difficoltà, che oggi accompagnano la nostra Comunità dal punto di vista economico, sociale e culturale, “fare rete”, unire le forze, coinvolgere tutti, le Associazioni, le Istituzioni, le Organizzazioni sociali ed economiche e la Politica, per un “Grande Disegno di Sviluppo dell'Oristanese”. Possiamo ribaltare la convinzione che nel nostro territorio non sia possibile guardare ad un futuro migliore, ad un territorio che unisce le proprie forze, che porta avanti una “Vertenza Territoriale”, della quale, peraltro, si è stati capaci in passato, con risultati importanti.
Si, la “Collaborazione ci salverà”.
Giampiero Vargiu
Laureato in Ingegneria elettrotecnica all'Università di Cagliari nel 1980. Sindaco del Comune di Villagrande Strisaili dal 1995 al 2000. Socio della Società di Ingegneria TEAM SISTEMI ENERGETICI SRL, che ha sede operativa a Oristano e opera in tutta la Sardegna. Esperto in efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili.