Nell’ambito delle attività di elaborazione di idee e progetti per lo sviluppo del territorio dell’Oristanese – a ridosso dell’inizio della Programmazione comunitaria 2014-220 – ho partecipato nel 2014, nell’ambito del Circolo del PD, all’elaborazione di schede finalizzate alla realizzazione di un documento, costituente un laboratorio dinamico di idee progettuali, di natura pluriennale, ma definite, cantierabili, organiche e finalizzate a valorizzare le innumerevoli risorse del territorio.

Il documento è stato presentato al pubblico all’Hospitalis Sancti Antoni con la partecipazione dell’Assessore Raffaele Paci e del Direttore del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu. Questi ultimi sottolinearono tra le idee progettuali fondamentali su cui puntare, quella relativa alla creazione di un Distretto lagunare oristanese, finalizzato a valorizzare e realizzare un utilizzo multi direzionale delle lagune, concernente:

a – gli aspetti produttivi dell’allevamento ittico e della pesca lagunare;

b – le potenzialità, sinora inespresse, ai fini turistici nell’ambito del turismo naturalistico;

c – gli aspetti legati all’istruzione operativa, con la partecipazione dell’Università e dell’IMC – International Marine Centre di Torregrande , finalizzata, da un lato, a strutturare la programmazione di interventi idraulici necessari al mantenimento in buona salute delle lagune e, dall’altro lato, a quelli idrobiologici utili al miglioramento produttivo degli allevamenti ittici e della pesca lagunare.

Un progetto, quindi, che attraverso la creazione di un vero e proprio “Distretto” valorizzi una risorsa di grande potenzialità, altamente giustificata solo che si consideri che le zone umide dell’oristanese sono, in Europa, seconde per estensione al solo complesso della Camargue in Francia.

Un “Distretto” teso a realizzare un modello gestionale pubblico-privato fortemente relazionale ed unitario che, attraverso una pianificazione a medio termine degli interventi e delle attività, consenta una destinazione razionale, non episodica e finalizzata delle risorse regionali destinabili.

( Per un approfondimento si veda sul sito il mio Post ” Sviluppo: una proposta operativa per la creazione di un sistema lagunare oristanese”, nel quale viene riportata la scheda progettuale che avevo a suo tempo elaborato).

Non si può dire che la sollecitazione e la precisa indicazione della Regione, tramite Paci e Cadeddu, abbia avuto eco nell’ambito della politica amministrativa locale, né ha contribuito la rilevanza territoriale di un progetto in grado di coinvolgere almeno 9 Comuni ( Oristano, Cabras, Riola, Nurachi, S.V.Milis, S.Giusta, Palmas Arborea, Arborea, Terralba, in cui sono peraltro presenti siti Ramsar e Zone di Protezione Speciale ), utile a costituire uno dei volani territoriali di sviluppo sostenibile.

Quello che non ha visto per miopia la “politica locale”, cioè la valorizzazione organica e comune di un patrimonio in sostanziale sottoutilizzo e conservazione, lo ha invece colto la fondazione cagliaritana “Medsea” che con il progetto Maristanis è stato scelto, tra 32 progetti, come unico destinatario di un finanziamento di 4 Mln di euro dalla fondazione svizzera Mava pour la nature.

Un progetto concernente il bacino idrografico di Oristano, quale sistema ecologico unico, ricco di biodiversità che va tutelato, conservato e valorizzato. Progetto da realizzarsi nel periodo 2017-2022 con il coinvolgimento di 12 Comuni e con la presenza di 6 siti Ramsar e 7 Zone di Protezione Speciale.

Obiettivi del progetto? “»ripristino delle condizioni idrauliche delle zone umide Ramsar e la tutela degli habitat marino-costieri [»]. Per quel che riguarda la pesca, il progetto prevede di privilegiare metodi artigianali e tradizionali, dare la massima priorità alla tutela delle specie a rischio di estinzione [»]. Una migliore gestione delle risorse naturali delle zone umide potrà creare nuove opportunità economiche nella pesca, nell’acquacultura [»]. Potranno trovare spazio, infatti, giovani laureati in scienze naturali, biologia marina e ingegneria idraulica attraverso tirocini e stage»” ( Alessio Satta, direttore della fondazione Medsea in L’Unione Sarda del 26/10/2017 ” Stagni: fondi per la tutela – quattro milioni dalla Svizzera al progetto “Maristanis” ).

I lineamenti tracciati non sono forse quelli a suo tempo individuati con il progetto del ” Distretto lagunare oristanese”? Direi di si. Meno male che qualcuno si sia mosso in quella direzione.

Ciò che trovo stupefacente ( che é un elegante eufemismo ) è l’atteggiamento di figure di ruolo locali:

È una grande opportunità che ci consente di lavorare con altri Comuni su un tema importante” ( Giorgio Massaro, direttore dell’Area Marina Protetta Sinis-Maldiventre ); ” Finora è sempre mancata, infatti, una gestione organica nella gestione delle zone umide” ( Cistiano Carrus, sindaco di Cabras ); ” Abbiamo colto al volo questa opportunità perché possiamo valorizzare l’ambiente e consentire una fruibilità sostenibile del territorio. Attraverso questo progetto, peraltro, la nostra zona avrà una visibilità internazionale straordinaria” ( Luigi Tedeschi, sindaco di S.V.Milis ). Tutti interventi tratti da L’Unione Sarda del 26/10/2017 dall’articolo citato.

Ciò che mi lascia stupito non è ovviamente quello che dicono, che è molto condivisibile, ma è ciò che rimane sullo sfondo. Come dire: gli attori locali, cui competerebbe l’autonoma progettazione comune di sviluppo di risorse fondamentali, attendono che siano altri dall’esterno a progettare questo sviluppo.

Cioè i soggetti locali dimostrano implicitamente la loro incapacità ad essere protagonisti dello sviluppo del territorio.

Fortunatamente, nella stessa direzione, anche la Regione si è mossa autonomamente stanziando – a seguito di uno studio dell’Università di Cagliari che ha individuato i destinatari dei finanziamenti – 6 Mln di euro di fondi FSC destinati all’Oristanese e finalizzati, secondo l’Assessore Paci non solo alla “».tutela ambientale, che pure è prioritaria, ma anche a potenziarne le attività produttive, incentivare la nascita di attività turistiche e sportive, salvaguardare e tutelare la forza lavoro occupata nelle attività economiche e promuovere nuova e qualificata occupazione ” ( La Nuova Sardegna del 30/11/2017 ” Tutela delle zone umide: 6 milioni all’Oristanese” ).

L’auspicio è che vi sia un coordinamento tra i due progetti di intervento, aumentandone così la potenzialità realizzativa, finalizzata anche alla costituzione di un’entità stabile di guida gestionale mista pubblico-privato, in grado di rendere duratura la programmazione degli interventi, dando così gambe al profilo di un vero e proprio “Distretto lagunare”.

Auspico la migliore riuscita, perché la direzione sembra finalmente quella giusta.

Gianni Pernarella

Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.