Nel post Bilancio europeo 2021-2027: proposte, non solo proteste affermavo che seguire l’evoluzione e la formazione del bilancio europeo significa anche capire come le numerose rivendicazioni nazionali e regionali vadano impostate e quali chance di riuscita potranno avere.

Il comunicato della Commissione europea del 29 maggio 2018 ci da ulteriori informazioni in merito.

Gli investimenti della politica di coesione hanno, nella proposta della Commissione, una dotazione di 373 miliardi di € su un bilancio complessivo di 1.279 miliardi di europer il periodo 2021-2027.

Nell'ambito della politica di coesione si distinguono tre categorie di regioni: le regioni meno sviluppate, quelle in transizione e quelle più sviluppate.

Come riportavo nel Post, “È l’Italia che abbandona il Sud, non l’Europa” , fatto 100 la media europea, le regioni del Nord, Nord Est, Centro registrano una media superiore a quella europea: Nord Ovest 119, Nord Est 116, Centro 104.

Decisamente al di sotto di quella dell'Unione è la media del Sud e delle isole e precisamente Sud 65, isole 61.

Il Pil procapite del Sud è praticamente la metà di quello del Nord.

La Sardegna è sedicesima in Italia su venti regioni, si trova al 212esimo posto su 276 territori europei, cioè sta nel gruppo delle 65 più povere del Vecchio Continente.

Sulla base dei dati Eurostat, col Pil procapite che si attesta al 71% della media del Pil procapite europeo, passerà da regione “in transizione“, cioè quelle con Pil tra il 75 e il 90 per cento della media Ue, a regione meno sviluppata, poichè ha un prodotto interno lordo inferiore al 75 per cento.

Al fine di ridurre le disparità e di contribuire al recupero delle regioni a basso reddito e a bassa crescita, il PIL pro capite resta il criterio predominante per l'assegnazione dei fondi. Ma ci saranno anche nuovi criteri per rispecchiare più fedelmente la realtà: disoccupazione giovanile, istruzione, basso livello di istruzione, cambiamenti climatici, come pure accoglienza e integrazione dei migranti.

Questa classificazione consentirà all’Isola di avere una porzione maggiore dei fondi di coesione. Nel periodo 2014-2020 l’Isola ha ricevuto dall’Europa 600 milioni del Fondo sociale, oltre a 900 milioni del Fondo per lo sviluppo regionale e a 1 miliardo e 300 milioni del Piano sviluppo rurale. Nel periodo 2021-2027 dovrebbe avere diritto al 30 per cento di risorse in più.

In realtà la cifra sarà maggiore perché la Sardegna potrà ricevere risorse anche dai Piani operativi nazionali (PON) che, per la maggior parte, sono riservati allle regioni meno sviluppate. Potrà ancora destinare maggiori risoese alle infrastrutture sia con i Piani operativi regionali (POR) che con i PON.

Sarà quindi importante seguire ed intervenire nella predisposizione dell’Accordo di Partenariato, che l’Italia stipulerà con la Commissione europea, nel quale si decideranno le risorse (43,500 milirdi per l’Italia) che andranno ai Por regionale e ai Pon nazionali.

Quando affermo che è l’Italia che ha abbandonato il Sud e non l’Europa, credo di farlo a ragion veduta. Teniamo ben presente che l’Europa chiede alle nazioni aderenti i cofinanziamenti nazionali e regionali delle risorse europee.

Senza queste risorse aggiuntive il Mezzogiorno e la Sardegna avrebbero una quantità di risorse per gli investimenti assolutamente insufficienti, anche perché il Mezzogiorno riceve meno soldi di quanto dovuto per gli investimenti ordinari nazionali.

Nel Comunicato la Commissione propone di ridurre la complessità delle norme nel prossimo bilancio a lungo termine dell'UE, diminuendo la burocrazia e alleggerendo i controlli per le imprese e gli imprenditori che beneficiano del sostegno dell'UE.

La Commissione auspica ancora un accordo in tempi brevi sul bilancio complessivo a lungo termine dell'UE e sulle relative proposte settoriali. Non si può non essere d’accordo perché è fondamentale che i fondi dell'UE comincino a produrre risultati concreti quanto prima possibile.

Un accordo nel 2019 sul prossimo bilancio a lungo termine consentirebbe una transizione agevole tra l'attuale bilancio a lungo termine (2014-2020) e quello successivo, garantendo la prevedibilità e la continuità dei finanziamenti a beneficio di tutti.

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.