Mi sono immerso, per il tempo necessario, nella lettura attenta dei sei programmi amministrativi dei candidati Sindaco per il comune di Oristano ( per chi volesse dal nostro sito sotto l’intestazione ” I programmi elettorali del comune di Oristano” ci sono i link ai programmi ).
Non entro nel merito dei contenuti. La ragione apparirà chiara, spero, nel prosieguo; in relazione alle osservazioni che intendo svolgere e che vorrei condividere con chi avrà interesse alla loro lettura, sia che poi condivida o no le conclusioni cui perverrò.
Come cittadino sarei molto seccato se il Sindaco vincente dovesse in futuro dire: “Vi sono punti del programma amministrativo che non ho potuto realizzare perché non c’erano soldi”.
Questa risposta mi apparirebbe infatti come una giustificazione a posteriore di un gioco delle tre carte fatto a priori attraverso il programma amministrativo presentato.
Per dare senso a questa affermazione valoriale, cominciamo intanto con il dare il giusto significato e contenuto alle parole. La locuzione programma amministrativo riferito alla gestione di un comune, implica l’indicazione di una concatenazione di azioni per raggiungere degli obiettivi con l’uso di risorse.
È quindi insito nella locuzione il concetto di uno schema logico che si articola in fonti ed usi:
° fonti – individuano le risorse utili e necessarie per realizzare le azioni funzionali agli obiettivi;
° usi – individuano gli obiettivi realizzati attraverso le azioni sviluppate con l’utilizzo delle fonti, cioè delle risorse.
Se questo ragionamento è corretto ne consegue, per le ragioni esposte, la lecita convinzione a declassare i Programmi amministrativi dei candidati Sindaco a Manifesti di propaganda elettorale dei candidati.
Questi programmi sono infatti elencazioni del dire, ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo un documento che si chiama DUP – Documento Unitario di Programmazione, obbligatorio per legge.
Mi piacerebbe sapere se gli staff che hanno redatto i programmi dei candidati sanno che esiste il DUP ( penso di si ); ma ancora più interessante sarebbe sapere se l’hanno letto.
Il DUP del comune di Oristano è un articolato e corposo documento di 353 pagine – che mi ha impegnato in lettura ed analisi per alcuni giorni – che consuntiva l’attività del 2016 e riporta la Programmazione triennale 2017-2019.
Esso costituisce quindi il lascito consuntivante e programmatorio dell’Amministrazione uscente e dal quale non si può prescindere, anche in considerazione degli importanti progetti avviati e dei relativi fondi impegnati.
L’ho trovato, nella parte programmatoria, assai valido anche se, a mio avviso, sono presenti tre debolezze, che elenco in questa sede solo per titoli:
° un’insufficiente inseminazione di idee di proposta per il ruolo di Oristano città-guida di Area Vasta;
° un approccio poco incisivo per quanto riguarda il sistema informativo comunale;
° una mancata consapevolezza dell’importanza di strutturare un adeguato sistema informativo di servizio al distretto del PLUS – Piano Unitario di Servizio alla persona, di cui Oristano è il comune capofila.
Ora, a prescindere dalla mia personale valutazione mi pare lecito l’interrogativo sul perché il DUP sia stato totalmente ignorato, considerato che ad esso dovrà farsi comunque riferimento.
La logica di negare quanto fatto, facendo finta ogni volta di ricominciare da zero, è una distorsione della politica che peraltro contrasta con i reiterati riferimenti alle promesse di trasparenza presenti nei programmi stessi.
Un antico adagio dice che a pensare male qualche volta ci si indovina. Non sarà che questo approccio permette al candidato sindaco vincente, a completamento di un qualunque progetto già programmato in precedenza, di attribuirselo come risultato della propria amministrazione?
Appare comunque necessario che i cittadini, se vogliono farsi artefici di una democrazia sempre più consapevole e partecipata, facciano maggiore attenzione ai meccanismi che regolano le istituzioni. Per tale via potrà realizzarsi la giusta pressione affinché gli attori politici assumano comportamenti trasparenti ed istituzionalmente corretti.
Gianni Pernarella
Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in economia.
Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi.
Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.