di Giampiero Vargiu
Nel 2013 era stato organizzato, su proposta mia e di Gianni Pernarella, nella sala conferenze del Mariano IV Palace Hotel di Oristano, uno workshop sulla stampa 3D e un seminario alla presenza di esponenti di Sardegna Ricerche per far conoscere questa tecnologia e promuovere nella nostra città i FabLab, con l’obiettivo di innescare un possibile processo di sviluppo della tecnologia, un’attenzione maggiore su di essa da parte dei decisori politici, della classe dirigente, degli artigiani e dei giovani e di far nascere un Distretto Digitale, in una realtà che ha conosciuto poco lo sviluppo industriale. In quella occasione ci fu poca partecipazione all’evento, delle scuole partecipò solo una classe dell’Istituto d’Arte, peraltro con grande interesse.
I primi passi della stampa 3D a Oristano
Successivamente, la Giunta Tendas inserì all’interno del progetto Oristano Est un finanziamento di € 41.061,70 per un Fab Lab – laboratorio di prototipazione, che sarebbe dovuto sorgere all’interno dell’ex mattatoio comunale, del quale nel progetto Oristano Est è prevista la ristrutturazione.
L’11 maggio 2019 è stato inaugurato il FabLab Oristano EST, nell’Aula Magna dell’ITIS Othoca in via Zara. Il finanziamento previsto era di € 200mila con risorse individuate dal progetto Oristano Est.
Come scritto nel sito del Comune di Oristano, il FabLab Oristano Est è “Nato dalla sinergia tra Cipor Oristano, ITIS Othoca e Confartigianato di Oristano e finanziato dal progetto Oristano Est del Comune di Oristano, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni alle tecnologie del futuro e al lavoro di squadra, il FabLab è una piccola officina di fabbricazione digitale alla quale accederanno i giovani di Oristano e dell’intera provincia che, grazie alle stampanti 3D, al taglio laser, alle frese CNC, potranno sperimentare tecniche innovative di piccole produzioni ma anche modellare, sperimentare e frequentare i corsi che verranno periodicamente organizzati. Rappresenterà una risorsa per tutta la comunità oristanese, a partire dagli studenti, passando per gli artigiani digitali o makers, i progettisti, gli artisti per arrivare ai professionisti designer. Servirà anche per presentare le ultime tecnologie e i materiali, esaltare le possibilità creative del digitale e realizzare e sperimentare nuovi linguaggi. Scopo non ultimo, inoltre, sarà quello di tramandare le grandi tradizioni artigiane della provincia e scoprire come innovarle grazie all’utilizzo delle tecnologie, mettendo in contatto i maestri artigiani e i giovani, per sostenere il futuro di una nuova generazione di artigiani 4.0.”
È stata realizzata un’officina dotata delle tecnologie di fabbricazione digitale, che potrà essere sperimentata dalle imprese e dagli studenti. È stato allestito nel padiglione Y dell’Istituto tecnico Othoca con quanto di più avanzato offre la tecnologia che guarda al futuro per realizzare utensili e oggetti i più svariati, dagli utensili domestici ai giocattoli, alla componentistica delle automobili e ai prodotti della gastronomia.
Un’occasione importante per rafforzare la collaborazione tra il sistema dell’istruzione e della formazione professionale con le esigenze del mondo produttivo del settore delle piccole e micro imprese.
L’ITIS Othoca ha il compito di ospitare il Fab Lab, potenziando la didattica e le competenze in uscita dal percorso formativo e di avviare una collaborazione nell’ambito delle attività di alternanza scuola – lavoro per favorire la conoscenza tra le imprese del territorio e gli studenti dell’Istituto.
Il ruolo del CIPOR è di offrire alle imprese localizzate nel Consorzio Industriale Provinciale dell’Oristanese e del territorio strumenti d’innovazione del processo produttivo con le opportunità insediative e la diffusione della conoscenza delle tecnologie di impresa 4.0.
L’impegno di Confartigianato Oristano è di favorire i processi integrati di innovazione in collaborazione con scuola e ricerca applicata, per lo sviluppo di tecnologie e materiali che personalizzeranno i prodotti che le aziende potranno offrire.
Il Comune di Oristano, con il suo investimento, attraverso la riqualificazione della periferia con la realizzazione di luoghi di incontro per start-up di giovani talenti, mette a disposizione nuove opportunità per le nuove generazioni.
Sempre nel sito del Comune di Oristano è riportato il messaggio del giorno dell’inaugurazione di Marco Franceschi, Segretario Provinciale di Confartigianato Oristano:
“Con questa partnership vogliamo dare gambe e risalto alla capacità dell’artigianato sardo e oristanese di rinnovare le sue tradizioni, di coniugare manualità, estro ed esperienza con tecnologie e materiali innovativi, per offrire un’alternativa di qualità e di personalizzazione sartoriale alle proposte standardizzate e seriali. Sabato (riferendosi al giorno dell’inaugurazione del FabLab) sarà anche l’occasione per fare il punto sul dibattito attorno alle prospettive dell’incontro tra manifattura e digitale nell’economia territoriale; infatti, si sta affermando un modello originale di convivenza e reciproco rafforzamento tra innovazione e valore artigiano che può diventare un vera “via oristanese” all’innovazione. Una sfida che la nostra Associazione vuole raccogliere. Siamo certi che diventerà una bella fucina di idee e che ci saranno collaborazioni di grande interesse”.
Il 9 aprile 2020 il sito ORNEWS ha dato notizia del progetto “Uniti dalle visiere protettive contro Covid19”, con il quale Gemiliano Esu, Infermiere e coordinatore del reparto di endoscopia all’ospedale di Oristano, Daniele Rocchi, poliziotto della Questura di Oristano e Andrea Zucca, tecnico dell’ Istituto industriale Othoca di Oristano, hanno realizzato le visiere protettive dal Covid in materiale plastico, che sono state donate al reparto Covid dell’ospedale di Oristano, alla Protezione Civile e alle associazioni di volontariato. Le visiere sono realizzate con stampanti 3D e poi vengono assemblate manualmente. Ne sono state donate anche agli ospedali di Sassari, Cagliari e Nuoro. Nella produzione delle visiere ci sono stati il contributo fattivo del Dirigente dell’Istituto Tecnico Industriale Othoca di Oristano Franco Frongia, insieme ai docenti Silvia Piredda, Stefano Mocci, Ignazio Peddis e Massimiliano Pia e Francesco Chiesa, titolare Bricofer Oristano, che ha donato un grande quantitativo di materiale.
Un progetto di innovazione digitale per Oristano
Tutte iniziative che vanno nella direzione giusta, ma ancora timide se, come penso, si vuole far diventare Oristano una realtà che fa del Design, anche concettuale, uno dei cardini della propria economia nell’epoca del digitale e di quella che il filosofo Luciano Floridi definisce l’epoca della quarta rivoluzione.
Ho già scritto in un pezzo dal titolo “E se fossero il Design, la creatività e la cultura il futuro di Oristano?” che, con la rivoluzione digitale e la successiva immersione in un nuovo ambiente chiamato infosfera, l’uomo perde la convinzione di essere il controllore delle informazioni, considerato che i software, esseri non intelligenti ma terribilmente performanti, sono in grado di controllare le informazioni in maniera centinaia di volte più efficienti dell’uomo.
Da questa situazione di difficoltà, che lo vede ai margini dell’universo, l’umanità può uscire se diventa consapevole che, dopo le epoche delle invenzioni e delle scoperte, bisogna sviluppare le potenzialità del Design. Qualunque cosa può essere disegnata e realizzata in tanti modi diversi, ugualmente validi, anche il nostro modello di sviluppo. Ecco, l’Intelligenza Artificiale questo non lo può fare. Questa è l’epoca della creatività e della cultura.
Una scelta forte può essere quella suggerita in un pezzo apparso nel sito dell’Associazione Oristano e Oltre, dal titolo “Democrazia e Scuola”, che parla della Scuola vista come un agente di prevenzione primaria contro le aspirazioni distruttive e vaccino, antidoto all’ignoranza, al pregiudizio, al razzismo, all’idea che esista una sola lingua, nel quale lo psicoanalista Massimo Recalcati propone un progetto presentato al Comune di Milano prima che scoppiasse la pandemia da Covid e replicabile in tutta Italia: “La Scuola nelle città”. L’idea è quella di elaborare nelle aule magne di tutte le Scuole, sia in centro che in periferia, un progetto per la città con la partecipazione di molti intellettuali, che, a titolo gratuito, con accesso delle cittadine e dei cittadini a titolo gratuito, concretizzino una reale apertura della Scuola alla città, parlando di tutto: genealogia e storia della città, filosofia, storia dell’arte, matematica, fisica teorica: una primavera della Scuole nella città.
Ecco, in queste piazze costituite dalle aule magne può essere innescata una forte e robusta rinascita di Oristano. Questo potrà essere fatto non appena il Covid ce lo consentirà, ma da subito, con l’utilizzo pieno e consapevole delle tecnologie digitali, possiamo creare delle piazze virtuali in cui incontrare chi è disponibile a questo progetto, discutere delle tecnologie digitali che vogliamo sviluppare al massimo livello, la stampa 3D, l’Internet delle Cose (IoT), l’Intelligenza Artificiale (IA), la Realtà Aumentata, una Smart City dotata di una piattaforma pubblica aperta e dotata di tutti i servizi al cittadino. Possiamo farci aiutare da strutture come l’Università di Oristano, Sardegna Ricerche e dalla School of Management del Politecnico di Milano, che, ha l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale ed è un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia e integra attività di Ricerca, Comunicazione e Aggiornamento continuo.
L’Innovazione Digitale è un fattore essenziale per il nostro sviluppo, ha molto appeal nel campo dell’arte, del design e in ambito industriale. Secondo i recenti dati dell’Osservatorio Startup Intelligence, in collaborazione con l’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, gli ambiti applicativi di queste tecnologie sono molteplici e le soluzioni disponibili sul mercato generano forte interesse negli investitori.
Bene le scelte fatte con gli investimenti del progetto sul FabLab Oristano EST e con gli importanti progetti artigianali sulle visiere, ma occorre andare oltre, pensare in grande con uno sforzo comunitario costante e visibile che faccia di Oristano un “Centro di Innovazione Digitale”.