L’Unione Sarda del 24/5/2018 da notizia che il programma di riqualificazione della periferia Est di Oristano – finanziato con 17 milioni circa di fondi statali e 17 milioni circa di fondi privati – sta entrando nel vivo.
Accanto al “supermercato” del foro boario ( 6 milioni circa, lotto funzionale privato ), i cui lavori procedono spediti, mentre va avanti anche il progetto dell’ “housing sociale” ( 6 milioni circa, lotto funzionale pubblico-privato), sono stati messi a bando tre interventi relativi ad altrettanti lotti funzionali pubblici, concernenti:
a – la sistemazione delle vie Aristana e Arborea e del piazzale delle ex case minime;
b – la riqualificazione dell’ex mattatoio comunale nella zona industriale.
Bene.
Sul progetto “Oristano Est”, che costituisce una dei lasciti più rilevanti della precedente Amministrazione, l’Associazione – considerando il progetto in grado di modificare in modo significativo il profilo urbanistico e sociale della periferia est, costituendo al contempo un volano economico-sociale in grado di riverberare effetti per lo sviluppo dell’intera città – ha posto il progetto stesso a base dello specifico “evento informativo” del 27/9/2017 e ne ha approfondito i vari aspetti con ben quattro Post, tutti rintracciabili nel sito, che in ordine cronologico sono:
Progetto Oristano Est: il Fondo Cre.O;
Ancora sul Fondo Cre.O: una iniziativa partita bene ma da non attuare al ribasso;
Progetto “Oristano Est”: partenze ma anche incomprensibili ritardi nell’approccio al Fondo Cre.O.
Ricordo in estrema sintesi – rinviando per il dettaglio alla lettura dei Post – che il piano della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il recupero delle periferie, riprende un’idea lanciata a suo tempo dall’architetto Renzo Piano sul “rammendo delle periferie”, finalizzato alla riqualificazione urbana delle periferie stesse, rivitalizzandole anche attraverso la facilitazione per l’inserimento di microattività e servizi.
Un’idea innovativa e vincente della precedente Amministrazione – a cui è stata riconosciuta per questo una premialità – è stata quella di affiancare al progetto di riqualificazione urbana un fondo finanziario, il Fondo Cre.O appunto, finalizzato a facilitare l’insediamento od il rafforzamento di microattività produttive o di servizio nell’area interessata dalla riqualificazione.
Solo per sommi capi – rinviando alla lettura dei tre Post sul tema – ricordo che si tratta di un fondo di 800.000,00 euro di cui: 400.000,00 destinati a costituire un fondo ” di garanzia” per operazioni di credito tramite mutui chirografari a 5 anni a favore delle imprese produttive o di servizio, e 400.000,00 euro destinati a contributi in c/interessi sulle stesse operazioni. Quest’ultime godranno quindi sia di una garanzia del fondo relativo sia di un contributo in c/interessi.
È appunto sul Fondo Cre.O che vorrei soffermarmi in questo Post. Si ha infatti l’impressione che questo fondo Cre.O sia per l’attuale Amministrazione, una sorta di oggetto misterioso.
Cominciamo intanto con il sottolineare che chiunque acceda al sito del Comune e clicchi sul “Fondo Cre.O” ottiene questa risposta:
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Così è da mesi. Ora il punto è questo: il progetto “Oristano Est” è stato avviato con bandi, ritengo a cura dell’Ufficio Tecnico, per l’assegnazione dei lotti funzionali di cui si è dato in precedenza conto.
Non si capisce pertanto perché, a fronte del notevole interesse manifestato da tanti operatori, non siano stati almeno predisposti gli atti preliminari, ma necessari, per avviare l’operatività del fondo Cre.O, che ritengo debbano essere predisposti non già dall’Ufficio Tecnico ma dall’Ufficio Programmazione.
Per la sua operatività il fondo Cre.O presuppone che vengano effettuati i seguenti atti preliminari:
1 – Un disciplinare che:
° definisce il perimetro territoriale interessato dal progetto di riqualificazione urbana;
° la tipologia di imprese produttive e di servizio che possono accedere al finanziamento;
° le modalità ed ogni altra indicazione ritenuta proceduralmente utile;
2 – Un bando destinato alle banche per individuare la vincitrice che proporrà:
° il tasso più conveniente sui mutui, alla luce della coesistenza presso la stessa dei due fondi ( di garanzia e per il contributo in c/interessi );
° il più alto moltiplicatore sul fondo di garanzia, che determinerà il volume massimo di finanziamenti che la banca è disponibile a concedere ( si tenga presente che normalmente il moltiplicatore applicato ai fondi di garanzia è 20, cioè 400.000,00 x 20 = 8.000.000,00 di potenziali finanziamenti );
3 – Una convenzione con la banca, vincitrice del bando, destinata a regolare i rapporti tra banca stessa e Comune in relazione a tutti gli aspetti gestionali;
4 – Una convenzione con consulenti del lavoro e commercialisti che intendano partecipare al progetto, svolgendo, a prezzo convenzionato, la funzione di “tutor” per l’impresa sia per il ” business plan” sia per l’assistenza all’impresa nei rapporti con la banca.
Questo è quanto. L’interrogativo è questo: cosa impedisce all’Amministrazione di procedere agli atti preliminari necessari ed in precedenza indicati, mettendo così in grado le imprese interessate a fare i loro ragionamenti sull’utilità di accedere a questa significativa opportunità?
Se vi sono difficoltà di definizione di alcuni aspetti – che possono essere ritenuti ragionevolmente complessi, per chi non è sufficientemente addentro alla materia – la nostra Associazione è disponibile, nell’interesse della comunità, a contribuire gratuitamente al chiarimento, avendo tra i suoi soci le competenze adeguate a fornire un aiuto. Quello che invece lascia abbastanza perplessi è il silenzio e l’inattività su questo strumento fondamentale, che costituisce la gamba finanziaria per le microimprese del progetto “Oristano Est”.
Credo che sia tempo che l’Amministrazione batta un colpo, nella logica della “trasparenza”, per segnalare che si sta occupando del tema; e non sarebbe inutile, forse, che i consiglieri di minoranza presentino interrogazioni in materia.
Gianni Pernarella
Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.