In questo Post riepilogo prioritariamente e sinteticamente i termini del problema:
1 – la precedente Amministrazione, nell’ambito della stesura del Progetto “Oristano Est”, finalizzato al recupero urbanistico della periferia orientale di Oristano, – entrato nella graduatoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed approvato con una dotazione finanziaria di 17 milioni di euro – ha previsto l’attivazione di uno strumento finanziario denominato ” Fondo Cre.O”.
Il progetto Oristano Est mette in moto globalmente circa 34 milioni di euro, di cui 17 circa pubblici e 17 circa privati;
2 – l’introduzione, assai innovativa nell’ambito della P.A., dello strumento finanziario “Fondo Cre.O” – con una dotazione di 800.000,00 euro, ricompreso nei 17 milioni di fondi pubblici – è finalizzato ad accompagnare il recupero urbanistico con l’insediamento o il rafforzamento di microattività produttive o di servizio, che sono od intendano dislocarsi nel perimetro territoriale interessato dal progetto, sostenendole con un aiuto finanziario;
3 – la dotazione di 800.000,00 euro è suddivisa in due fondi:
° 400.000,00 euro destinati a costituire un Fondo di garanzia a carattere rotativo;
° 400.000,00 euro destinati a costituire un Fondo contributo in c/interessi sulle operazioni di finanziamento;
4 – le microimprese produttive o di servizio potranno usufruire di “mutui chirografari” a 5 anni – con un massimo di 25.000,00 o 50.000,00 euro secondo la scelta definitiva da parte dell’Amministrazione – garantiti dal “fondo di garanzia” e beneficeranno di un abbattimento degli interessi a valere sul ” fondo contributo in c/interessi”;
5 – come è noto, la tecnica dei “fondi di garanzia” prevede l’applicazione, da parte dell’Istituto di credito gestore, di un coefficiente moltiplicativo, calcolato sull’ammontare del fondo di garanzia, che individua il “plafond” rotativo massimo complessivo di prestiti che l’Istituto erogherà. Questo moltiplicatore oscilla normalmente tra 10 e 20 volte. Quindi “potenzialmente” possono essere messi in moto finanziamenti pari a 4.000.000,00/8.000.000,00 milioni di euro ( risultanza di 400.000,00 x 10 o 20 ).
L’importo globale di questi finanziamenti è ovviamente aggiuntivo ai 34 milioni in precedenza citati;
6 – perché il fondo possa essere operativamente attivato, consentendo così alle imprese di fare le loro riflessioni di investimento con finalità di rafforzamento od insediamento, sono necessari alcuni atti preliminari da parte dell’Amministrazione che, sino ad oggi, sembra silente ed inattiva su questo fronte, ancorché abbia già messo a bando alcune opere urbanistiche pubbliche previste dal progetto. Questi “atti preliminari” sono:
a – un Disciplinare che rende noto il perimetro territoriale interessato dal progetto; la tipologia di imprese che possono beneficiare del finanziamento; l’importo massimo ammissibile e la tipologia eventuale di investimenti ammessi; ogni altro elemento informativo ritenuto utile;
b – un Bando per le banche finalizzato all’individuazione della vincitrice, che gestirà i due fondi, sulla base: b.1 del minor tasso che sarà applicato ai muti chirografari; b.2 del maggior coefficiente moltiplicativo applicato al fondo di garanzia, in aumento rispetto a quello base che – considerato l”abbattimento del rischio di credito correlato all’esistenza dei due fondi – dovrebbe partire da un minimo non inferiore a 10/12;
c – una Convenzione con la banca vincitrice che regoli i vari aspetti tra banca ed Amministrazione, con riferimento sia ai fondi sia alle operazioni;
d – una Convenzione con l’Ordine dei Commercialisti e Consulenti del lavoro, i cui iscritti intendano liberamente partecipare al progetto ponendosi, a prezzo fisso convenzionato, in veste di “tutor” delle imprese sia per la redazione del piano finanziario sia per l’assistenza all’impresa nei rapporti con la banca.
Questi essendo i termini della problematica, pongo ora in una logica di ” Lettera aperta” i seguenti interrogativi.
Le Associazioni delle categorie produttive e dei lavoratori, cui aggiungo gli Ordini professionali dei Commercialisti e Consulenti del lavoro, valutano:
1 – che il nostro territorio possa ritenere ininfluente, quindi trascurabile, un “potenziale” finanziario produttivo di 4/8 milioni di euro?
2 – intendono restare indifferenti di fronte all’attuale silenzio e apparente inerzia dell’Amministrazione nell’attivazione del fondo Cre.O; considerato che, a tutt’oggi, solo la nostra Associazione ha sollevato ripetutamente il problema con almeno quattro Post informativi, consigli tecnici, solleciti e disponibilità a coadiuvare gratuitamente;
3 – intendono adoperarsi per sollecitare l’Amministrazione ad attuare gli “atti preliminari” necessari per l’attivazione del Fondo Cre.O?
Per quanto ci concerne, la nostra Associazione è disponibile ad effettuare incontri di approfondimento con le Associazioni citate e con gli Ordini professionali e disponibili a coadiuvare, ove ritenuto utile, l’Amministrazione con l’auspicio che possa realizzarsi un fronte comune.
Gianni Pernarella
Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.