“Un ragazzo di Villanovatulo si era spaventato in seguito ad un incidente in cui era morto un amico. Lo stato di crisi causato dallo spavento si era manifestato dopo un anno esatto dall’incidente. Un giorno questo ragazzo è stato a casa di mia figlia che ha visto come stava e quando è venuta da me mi ha detto tutto, compreso il fatto che stavano curandolo dei medici a Cagliari, ma non si vedeva nessun miglioramento. Da lì a qualche tempo mi è successo di incontrarlo, l’ho fermato e gli ho chiesto dove stesse andando. Mi ha risposto soltanto che non aveva voglia di andare da nessuna parte e che se ne stava tornando a casa. Allora <<Che cos’hai?>> gli ho chiesto. <<Sono malato e nessuno riesce a curarmi>>. <<Questo non devi dirlo! Bisogna avere fiducia anche nel dottore, parchè anche le medicine se non pensi che ti facciano bene non sono efficaci. Poi ho aggiunto: senti, non è che ti è successo di spaventarti>>. A quel punto gli ho proposto se voleva che gli facessi la medicina dello spavento. Mi ha ascoltato, poi se n’è andato, proprio stanco, senza darmi nessuna risposta. Io mi sono fatta alcune commissioni e poi son tornata a casa. C’ero da poco, quando ho sentito squillare il telefono. Rispondo ed era la madre di quel ragazzo. Mi ha detto subito che il figlio le aveva riferito del nostro incontro e mi ha chiesto se potevo andare a fargli la medicina. Io le ho risposto che in quel momento non era possibile, anche perché ricordavo che l’incidente era accaduto di mattina, ma le promisi che il giorno dopo sarei andata presto da loro. Eravamoa febbraio. Quando mi sono avviata era fatta luce da poco e nevicava»»nevicava»»Mi son portata da casa un po’ di acqua benedetta, al primo crocevia ho raccolto le quattro pietre e quando sono arrivata da loro l’ho trovato adagiato sul tavolo, come accasciato. Il fuoco nel camino era già pronto, vi ho messo le pietre, gli ho sistemato l’asciugamani sul viso e gli ho fatto la medicina. La mattina del giorno dopo sono andata e l’ho trovato seduto vicino al camino. Come mi ha visto mi ha detto subito che quella notte era riuscito a dormire di più delle altre notti. Quando sono andata per fargliela la quarta volta, mi ha detto che aveva dormito tutta la notte come un sasso e che non aveva più nessun mal di testa. Poi mi ha detto che il giorno dopo non l’avrebbe potuta fare perché doveva andare dal medico per farsi l’impegnativa per andare a visita a Cagliari. Io gli ho fatto capire che era meglio non sospendere il quinto intervento e che per l’impegnativa sarebbe potuto andare il giorno dopo. Mi ha dato retta. Quando il medico l’ha visto gli ha detto che lo trovava molto bene e che quindi la cura prescritta gli aveva giovato. Quel ragazzo si è limitato a rispondergli di si. I medici di Cagliari, dopo la visita, gli hanno detto che era guarito e che non gli avrebbero dato nessuna cura. Il giorno stesso è venuta a casa la madre a raccontarmi tutto. Un giorno, dopo diverso tempo, lo incontro dal medico. Stava già lavorando allora. Come mi ha visto arrivare si è alzato e mi ha invitato ad entrare subito al suo posto, dicendomi che gli avevo fatto del bene e che poteva sacrificare anche un po’ del suo lavoro. Ora è in Germania, ma quando viene in paese non resta mai senza farmi una visita”

Nota.

Nella medicina tradizionale della Sardegna sono presenti diversi riti magici attinenti la cura degli stati critici attribuiti allo spavento. Nel rito praticato a Villanovatulo troviamo i seguenti agenti magici: i quattro sassi raccolti nel crocevia; l’acqua benedetta; il vapore prodotto dall’acqua benedetta; la formula magica segreta (cioè isbrebus). L’efficacia terapeutica sta tutta nel concorso degli agenti magici.

Fonte informazione : Nando Cossu “A luna calante. Vitalità e prospettive Della medicina tradizionale in Sardegna”

Nando Cossu

Laureato in Storia e Filosofia all’Università di Cagliari, ha conseguito il diploma di Specializzazione in Studi Sardi con una tesi sulla medicina popolare in Sardegna. La medicina popolare e la cultura materiale dell’isola hanno costituito l’ambito principale della sua ricerca. Insegnante e dirigente scolastico, ha curato per la comunità Arci-Grighine la sezione del Piano di sviluppo socio-economico dedicata alle tradizioni popolari e alla cultura popolare e si è dedicato all’allestimento e alla cura del Museo del giocattolo di Ales. Per quanto concerne la medicina popolare, oltre a vari articoli, ha pubblicato il volume “Medicina popolare in Sardegna. Dinamiche, operatori, pratiche empiriche e magiche”, Carlo Delfino Editore, Sassari, 1996 (presentazione di Enrica Delitala) e “A luna calante. Vitalitàe prospettive della medicina tradizionale in Sardegna “, Argo, Lecce, 2005 (presentazione di Giulio Angioni). L’ultima pubblicazione è stata “L’amore negli occhi. ” Rapporti fra i sessi e formazione della coppia nella società agropastorale sarda “, Carlo Delfino Editore, Sassari, 2014.