Quando si discute di zona franca o, nel caso specifico, di zone economiche speciali, la maggior parte degli interlocutori indica le soluzioni che ritiene le migliori senza preoccuparsi se sono attuabili o meno.
Iniziamo quindi col mettere un punto fermo. Per quanto riguarda le zone economiche speciali, in questo momento, il riferimento obbligato è il Decreto Legge 20 Giugno 2017, n.91
Tralasciando l’analisi dei vantaggi delle zone economiche speciali sui quali i pareri sono unanimi, arrivo direttamente al primo quesito.
Quante zone economiche speciali in Sardegna?
La risposta è presto data; una.
La ZES deve comprendere almeno un'area portuale collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Solo Cagliari, in Sardegna, ha un’area portuale con queste caratteristiche.
Assodato che vi può essere una sola ZES in Sardegna, si pone un altro nodo estremamente importante.
Quale potrebbe essere la dimensione geografica della ZES?
Il Decreto non dice che la zona economica speciale deve coincidere con l’area portuale collegata alla rete transeuropea dei trasporti, ma che deve comprendere almeno un’area portuale di questo genere; il che significa che può comprendere anche altre aree portuali.
Il Decreto sancisce che la ZES deve essere geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale.
Mi pare quindi che sia fattibile una ZES articolata a rete nei sei porti principali della Sardegna.
La ZES può coincidere con l’intero territorio regionale?
Il Decreto dice che le proposte di istituzione di una ZES possono essere presentate dalle regioni meno sviluppate e in transizione
Il soggetto per l'amministrazione dell'area ZES e' identificato in un Comitato di indirizzo composto dal Presidente dell'Autorità' portuale, che lo presiede, da un rappresentante della regione, da un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri e da un rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Ai membri del Comitato non spetta alcun compenso, indennità di carica, corresponsione di gettoni di presenza o rimborsi per spese di missione. Il Comitato di indirizzo si avvale del Segretario generale dell'Autorità' portuale per l'esercizio delle funzioni amministrative gestionali. Agli oneri di funzionamento del Comitato si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Se la ZES è gestita da un Comitato di questo tipo, non credo sia possibile possa gestire una zona speciale che comprenda l’intera Sardegna.
Tanto più che non ci sono maggiori oneri per la finanza pubblica.
Nel Decreto sono previsti finanziamenti per 25 milioni nel 2018, 25 milioni nel 2019, 150 milioni nel 2020. Non vi sono risorse aggiuntive statali, perché il Decreto prevede che il finanziamento della Zes avvenga attraverso la corrispondente riduzione del Fondo di Sviluppo e Coesione destinato alle regioni che propongono l’istituzione delle Zes.
La conclusione di questo post è che la ZES è una, ma potrebbe comprendere le sei aree portuali più importanti della Sardegna.
Termino con una domanda; la zona franca e la ZES sono una priorità per la Sardegna?
Se lo fossero niente vieta di pensare a soluzioni più avanzate di quelle che ho prospettato.
Antonio Ladu
Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano alLiceo Jeansono de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.